A spiegarlo è stato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, rispondendo a un’interrogazione di Luisa Capitanio Santolini (Udc) sulle differenze con la pillola abortiva RU486.
Il principio del nuovo contraccettivo di emergenza è l’ulipristal e può essere preso fino a 120 ore dal rapporto sessuale a rischio, dunque cinque giorni e non solo 3 come la pillola del giorno dopo.
Nella seduta del 23-24 marzo scorso, l’Aifa ha sottoposto la pillola all’esame della commissione tecnico-scientifica. «Ogni decisione dell’Aifa sul farmaco EllaOne (questo il nome commerciale ndr) è quindi sospesa – continua Fazio – in attesa del parere su due quesiti preliminari e vincolanti».
Il primo riguarda il giudizio di sicurezza «in caso di uso ripetuto e individuazione delle modalità di controllo per evitare la ripetibilità dell’uso nel farmaco, nel caso in cui costituisca fattore di rischio per la salute – prosegue – Il secondo è un approfondimento dell’azione del prodotto finalizzato alla valutazione della sua compatibilità con la legislazione vigente in tema di aborto e contraccezione».
Una volta acquisita la valutazione della commissione tecnica-scientifica dell’Aifa, Fazio ha spiegato che chiederà un parere al Consiglio superiore di sanità «sulla compatibilità del farmaco con la normativa vigente, e perchè sia chiarita la differenza con la RU486 e che sia escluso con certezza che il farmaco EllaOne agisca dopo il concepimento».
Luisa Capitanio Santolini ha commentato: «Che il progesterone, principio attivo della pillola dei cinque giorni dopo, agisca dopo il concepimento e dunque sia un anticoncezionale è cosa evidente a qualunque tecnico in farmacia o in biologia. Se l’Aifa ha bisogno di così tanto tempo per saperlo, la situazione è grave».
«Occorre una risposta immediata e chiara per non ingenerare equivoci sulla salute della donna e su quella del nascituro – spiega in una nota – E il Ministro Fazio non si nasconda dietro a un dito, aspettando la risposta del Consiglio Superiore di Sanità, che può dare solo pareri scientifici. L’Aifa deve dare risposte urgenti e successivamente solo il ministro della Salute o il Parlamento sono deputati a stabilire la compatibilità legislativa tra l’uso del farmaco in questione e la legge 194».
L’Udc, conclude Santolini, «sarà particolarmente attenta a quanto accadrà nei prossimi giorni. Mi riservo di interpellare nuovamente il ministro su una questione così grave e delicata»
In Europa la nuova pillola è già stata approvata dall’Emea, l’ente europeo per il controllo dei farmaci, e dovrebbe essere commercializzata nei prossimi mesi anche in Italia.
Secondo uno studio pubblicato dal Journal of Obstetrics and Ginecologics nel gennaio scorso la pilloal dei cinque giorni dopo, ha riscosso i primi successi: ha funzionato nel 97, 9 per cento dei casi su un campione di 1.241 donne americane.