Crisi governo, Pisanu: “No alle elezioni anticipate, meglio un governo, anche con premier diverso da Berlusconi”

Beppe Pisanu

”Fermamente contrario” a elezioni anticipate perché teme ”il cozzo tra crisi politica e crisi economica, la ‘tempesta perfetta’ nel nostro Paese”, Giuseppe Pisanu vede la possibilità che la legislatura vada avanti con un premier diverso da Silvio Berlusconi.

Il Cavaliere, dice l’ex ministro in un’intervista al Corriere della Sera, ”è per volontà degli elettori il regista e il primattore di questa stagione politica. Può fare entrambe le parti o sceglierne una sola. Dipende da lui”. Escludendo un governo guidato da lui, Pisanu invita il premier a non scegliere ”la via di fuga di elezioni anticipate” perché se si andasse al voto ”il primo sconfitto sarebbe Berlusconi”, con le urne che premierebbero ”le ali estreme”.

Alle Camere il 14 dicembre il premier deve allora ”riproporre un patto di legislatura” che comprenda anche ”il partito di Casini” e ”si apra a una positiva competizione politica con i partiti di centrosinistra”, dicendo però ”tutta la verità sulla gravità della crisi e sul rischio di cedimento strutturale dell’Italia”.

Il rischio, spiega, è quello di diventare ”un Paese di serie B”, se oltre alla crisi economica, non si mette mano a declino della famiglia e delle nascite, degrado dell’ambiente, dissesto del territorio, divario Nord-Sud, incrinatura dell’unità nazionale. Confindustria e sindacati dimostrano che si può ”lavorare tutti insieme per un nuovo patto sociale all’insegna del bene comune”.

Emma Marcegaglia, incece, ”ha senso responsabilità politica” come Cisl e Uil e ”da Susanna Camnusso avremo sorprese positive”. Per Pisanu la via d’uscita non è né a destra, né a sinistra,né al centro: ”Gli schemi politici dell’800 e anche le semplificazioni più recenti del bipolarismo servono a poco. Serve invece mobilitare le energie migliori intorno ad un progetto comune per uscire dalla crisi e proporre agli italiani l’idea di un futuro dignitoso”.

Secondo Pisanu, inoltre è necessaria una nuova legge elettorale che ”rafforzi il potere degli elettori e elimini quel premio assurdo in virtù del quale la minoranza più forte può prendere la maggioranza assoluta dei deputati, sconvolgendo l’esito generale delle elezioni”. Anche Fini e Casini, aggiunge, ”se cessano i toni perentori e gli aut-aut da una parte e dall’altra”, hanno posizioni ”che possono tranquillamente procedere in questa direzione”.

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Emiliano Condò