ROMA – “Lettera aperta al ministro Poletti: via i voucher o sfiducia“. Così su twitter l’esponente della minoranza Pd, Roberto Speranza, si rivolge al ministro del Lavoro già nel mirino delle opposizioni per le frasi sui giovani all’estero. Ma Poletti non demorde: “Non mi dimetto”. Una frase, davvero infelice, sui “centomila giovani” che se ne vanno a lavorare all’estero, in certi casi un bene, per il ministro, “toglierseli dai piedi”. Sinistra Italiana ha depositato quindi al Senato una mozione di sfiducia nel confronti di Poletti, firmata anche da Movimento 5 Stelle, Lega Nord e da alcuni senatori del gruppo misto. Mozione contro Poletti anche alla Camera, presentata dal M5s, con il capogruppo di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, che assicura il voto in Aula: “Non abbiamo i numeri a sufficienza per presentare un nostro testo autonomo. In ogni caso, prima se ne va Poletti, meglio è”.
Poletti, si accusa nella mozione delle opposizioni, “ha nelle ultime settimane dato riprova di un comportamento totalmente inadeguato al suo ruolo, esprimendosi in più di un’occasione con un linguaggio discutibile e opinioni del tutto inaccettabili”. In particolare, suona inaccettabile la dichiarazione “che compromette la libertà di voto dei cittadini” fatta dal ministro Poletti nel giorno della fiducia al governo Gentiloni in Senato, quando aveva parlato di un inevitabile rinvio del referendum sul Jobs Act, sulla cui ammissibilità la Consulta è prossima a esprimersi a gennaio, in caso di elezioni anticipate e conseguente scioglimento delle Camere.
C’è poi la bufera sul figlio del figlio del ministro Poletti, Manuel, 42 anni, giornalista, direttore di un settimanale delle coop che ha ricevuto mezzo milione di euro di contributi pubblici. “Facile difendere #JobsAct e #voucher quando persino tuo figlio ha azienda che campa grazie a contributi editoria pagati dallo Stato”, aveva scritto qualcuno su Twitter cercando di difendere i giovani che cercano fortuna e professionalità fuori dai confini nazionali. E con una nota la Lega Nord ha annunciato di voler “presentare un esposto in Procura e alla Guardia di Finanza per verificare la regolarità dei contributi all’editoria concessi a Poletti jr con suo padre nel ruolo di ministro”.