Mentre il ministro Tremonti e il premier Berlusconi parlano e sparlano di risparmi e di riduzione dei costi della politica, Renata Polverini va in visita a Gerusalemme. Il presidente della Regione Lazio ha accompagnato gli studenti della provincia di Latina per far vedere loro che “costruire la pace” è possibile. I dubbi dei contribuenti, che a questo punto sorgono spontanei, sono molti: con tutti i problemi che ha il Lazio, cosa c’è andata a fare la Polverini a Gerusalemme? Non è un po’ sproporzionato perdere alcuni giorni di lavoro, in una delle regioni con la sanità più disastrata in Italia, per accompagnare una scolaresca? E poi la domanda delle domande: chi avrà pagato questa “missione pedagogica” della neo governatrice? Sono spese funzionali all’interesse di chi paga le tasse nel Lazio?
Chi ha ragione? Il Governo che annuncia l’austerity o la Regione che può “vantare” uno spaventoso buco nel bilancio e si appresta a tagliare posti letto negli ospedali?
Il Governo, nel presentare la manovra, aveva parlato di “tagli” decisi alle spese della “casta”. Dunque le spese andrebbero ridotte all’essenziale. Ci si chiede se questo viaggio sia davvero così essenziale per le sorti della politica nazionale o internazionale. Difficile immaginare che la trasferta abbia come scopo quello di distendere il clima in Medio Oriente, a pochi giorni dal blitz dei militari israeliani sulla nave dei “pacifisti” diretta a Gaza.
La Polverini ha invece spiegato che bisogna “lavorare sulle giovani generazioni. I nostri figli sono molto più avanti di noi in questo, per esempio nel rapporto con i bambini immigrati. La pace si deve costruire a partire dai giovani”. Ecco quindi qual è lo scopo del viaggio: insegnare ai giovani della provincia di Latina, dove si annidano peraltro i suoi più accaniti elettori, come si costruisce un’armonica convivenza tra i popoli. Speriamo che non vedano bene e non si rendano conto del clima di odio religioso e razziale che tormenta quella città. Se cè infatti un posto al mondo dove tutti si impegniono con determinazione a rendere la pace impossibile è proprio Gerusalemme: forse la signora Polverini, per giustificare questa vacanza premio ai figli dei suoi elettori e a se stessa, doveva scegliere altra motivazione o altra destinazione: Borgo Flora, ad esempio, o Foce Verde, o, se voleva proprio far fare ai ragazzi una gita fuori porta, non sarebbe stato più utile e soprattutto più economico portarli in uno delle tante “banlieues” romane dove la coesistenza tra italiani e stranieri è spesso difficoltosa?
Nell’attesa di sapere chi è stato lo “sponsor” economico della Polverini, si può facilmente constatare la differenza di mentralità tra l’Italia e altri Stati in materia di “spesa politica”.
L’ultimo caso viene dall’ Australia, dove la governatrice della regione del New South Wales, quindi, titoli a parte, una collega della Polverini, è finita sotto inchiesta per non aver annunciato di aver cambiato classe, in occasione di un viaggio aereo.
Nel gennaio del 2009 Kristina Keneally, andò negli Stati Uniti insieme con l’ambasciatore Usa in Australia. Dopo un po’ venne fuori che nella tratta New York-Los Angeles, la Keneally aveva cambiato il proprio biglietto di categoria “business” con uno di prima classe. Il sovrapprezzo fu di circa 1000 dollari. La governatrice non fece segnare sul proprio registro spese questo cambiamento e ora nei suoi confronti sono in corso 3 inchieste.
Dato l’andazzo italiano, questa sembra davvero “roba dell’altro mondo”.