ROMA – Chi si attendeva un taglio degli stipendi dei nostri politici forse rimarrĂ deluso, ma la richiesta del governo Monti di adeguare il trattamento economico dei parlamentari al resto d’Europa, in parte, solo in parte, verrĂ soddisfatta. Da un vertice convocato giovedì da Fini con questori, capigruppo e vicepresidenti della Camera, è maturata una linea che verrĂ ratificata il 30 gennaio insieme ai vertici del Senato. E che, come prima conseguenza, farĂ tremare i polsi a quegli onorevoli che oggi si intascano i 3.690 euro (4.180 al Senato) destinati a pagare i portaborse, senza assumere nessuno a Roma o nel proprio collegio.
Dei 14 mila euro netti che ogni mese si porta a casa un deputato, quasi 4 mila da febbraio non verranno piĂ¹ erogati ai gruppi, che poi li girano ai deputati a forfait, ma andranno giustificati. Una parte dei 3.690 euro potrebbe perĂ² esser lo stesso concessa a forfait per evitare di vedersi recapitare ricevute di benzina o alberghi.
Questa voce ora ci differenzia dal resto d’Europa, dove la spesa per uffici e collaboratori è spesso piĂ¹ alta, ma l’assunzione dei portaborse è gestita dalle Camere. In Germania, l’amministrazione arriva a spendere 14.700 euro al mese per i portaborse degli eletti, in Francia 9.100, in Gran Bretagna 10 mila e nel Parlamento europeo fino a 20 mila euro. Ad esempio a Montecitorio sono accreditati solo 236 collaboratori parlamentari regolarmente assunti: il resto dei 630 deputati o non si avvale di alcun aiuto.
