GENOVA – Archiviata l’inchiesta sul Porto di Imperia, la notizia capita a fagiolo, tanto che l’ex ministro Claudio Scajola, dopo quello che lui definisce un “check up giudiziario” si è detto pronto a tornare in campo. “L’importante è che non sono morto. Quando ti arriva un’accusa di associazione a delinquere per commettere vari reati, un infarto può anche venire. Ma son qua. Pronto a candidarmi“.
Della serie se non uccide fortifica e l’archiviazione della sua posizione in merito all’inchiesta sulla mancata gara di appalto del porto turistico di Imperia, capita proprio nel giorno del tavolo delle trattative.
Particolarmente ottimista, in un’intervista al Corriere, racconta che i due anni trascorsi tra le maglie della giustizia, sono stati una sorta di “vaccino”. “Dopo un’indagine micidiale che ha passato al setaccio non solo me, ma tutta la mia famiglia, inclusa mia mamma che ha 97 anni, credo che il risultato servirà a tutti“.
Ora in cima ai suoi pensieri c’è la campagna elettorale. Pronto a candidarsi, non fa mistero del fatto che quello con la Lega è solo un matrimonio di interesse. Del resto, oggigiorno, sono questi quelli che durano: “Di quei pochi che si sposano, i primi a mollarsi sono quelli che si baciano sempre e sono sempre appiccicati“.
Ma, fuor di metafora, non crede all’ipotesi di un Tremonti premier: “Con tutti i suoi pregi e i suoi meriti non credo che Tremonti abbia una spiccata dote di far squadra”.
Ma poi, quella benedetta casa al Colosseo, l’ha venduta? La risposa è sì. “L’ho venduta il giorno di Pasqua a una persona non nota di Roma. Ma con l’inchiesta in corso ho avuto estreme difficoltà nel trovare l’acquirente e ora le ho nel rogito: per questo non posso ancora dirle il prezzo”.