Precari, Brunetta rincara: “Figli della rendita e della cattiva società romana

Renato Brunetta (foto LaPresse)

ROMA – “Era un agguato mediatico costruito per avere voce, erano quattro o cinque. Era un agguato anche un po’ violento, qualcuno voleva buttarsi sotto la mia macchina”. Il Renato Brunetta del giorno dopo non si calma:  per qualche minuto smette  i panni ministro urlante e insultante,  ma non arretra sulle accuse. Nel pomeriggio di mercoledì 14 giugno aveva lasciato polemicamente un convegno puntando il dito contro i precari della pubblica amministrazione che avevano esposto uno striscione di contestazione e avevano chiesto di intervenire. Brunetta, che della pubblica amministrazione è ministro, invece che rispondere ha girato i tacchi e se n’è andato non prima di aver detto ai precari: “Siete l’Italia peggiore”.

Il caso, ovviamente, monta in un baleno anche perché nella stessa serata il ministro compare su La7 a “Otto e Mezzo” e spiega: “Basta con la retorica, chi non ha lavoro può andare a scaricare casse di frutta al mercato”. Come se i mercati fossero un serbatoio infinito di manodopera, come se la stessa richiesta di un contratto a tempo indeterminato fosse un’offesa all’intelligenza di Brunetta.  Non pago, però, il ministro economista il giorno dopo torna due volte sul caso, prima in un video diffuso su Youtube, poi in un’intervista radiofonica a “La Zanzara” su Radio 24. Chi si aspetta se non le scuse almeno un parziale dietrofront è destinato a rimanere deluso. Brunetta non sceglie neppure la scappatoia più facile e abusata in questo tipo di situazioni imbuto, quella del “sono stato frainteso, non avete capito bene, ora vi spiego cosa intendevo dire”.

Il Brunetta freddo e lucido è, se possibile, ancora più spigoloso di quello a caldo, innervosito dalla contestazione. Vuole lo scontro perché lo scontro fa titolo, rumore, pubblicità e visibilità. E allora, in Radio, rincara la dose prendendosela con i “romani” e con “la rete” che al ministro non risparmia contestazioni. E al conduttore di Radio 24 Brunetta spiega che il problema è “l’arma internet”.  “La rete può essere usata così, come un manganello?”, chiede il ministro, forse scottato dal ruolo di internet nell’esito degli ultimi referendum. Quindi si rivolge direttamente a Giuseppe Cruciani, conduttore della Zanzara e sbotta: “Dentro il Sole 24 Ore quanti lavoratori flessibili ci sono? Ed è un problema, lo sappiamo. Ma cosa succederebbe se irrompessero in ogni riunione di redazione per interromperla?”.

Quindi la sparata per fare il nuovo titolo. Cruciani gli chiede se conferma l’accusa ai precari che l’hanno contestato di rappresentare l’Italia peggiore. Brunetta non fa una piega: “Assolutamente sì  Questi signori (i contestatori, ndr) sono molto romani, sono figli della rendita, della cattiva società romana e strumentalizzano la condizione di precari a fini di lotta politica. Io faccio l’economista, conosco questi  problemi e non accetto le strumentalizzazioni”.

“Lei – ripete il ministro rivolgendosi ancora al giornalista – accetterebbe una contestazione in una riunione di redazione? Lì non si parlava di precariato ma di giovani e innovazione. Sono pronto a discuterne sempre e ovunque, ma ci sono i modi. Ho fatto un video di risposta e sto rispondendo a tutte le email di insulti”.

Sul problema precariato Brunetta si discosta persino da Giulio Tremonti che aveva chiesto alle imprese di non abusare di soluzioni contrattuali a tempo determinato. “Il numero dei contratti a termine, dei vari tipi, è meno della metà della media europea. Fino alla legge Biagi gli atipici non esistevano, erano tutti nel sommerso. Una parte di questi atipici, ma solo una parte, si protrae per troppo tempo. Questa è la patologia e non è facile risolverla. La situazione è molto articolata, perché il settore pubblico ha un sostanziale blocco delle assunzioni”. Analisi da economista senza soluzione né risposta.

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Emiliano Condò