Prestigiacomo a Bisignani: “Berlusconi purtroppo non è intelligente”

Stefania Prestigiacomo (Foto Lapresse)

ROMA – La “ragnatela” di Luigi Bisignani, la “mediazione” dell’uomo d’affari. Un consulente, un amico, un consigliere, un “triangolatore”. Sui giornali si accumulano di giorno in giorno le definizioni sul caso P4, condite dalle inevitabili intercettazioni, piuttosto succulente. Un uomo fidato al quale affidare gossip, e anche tanti sfoghi, il più corposo del giorno è quello uscito di bocca al ministro Stefania Prestigiacomo che pure qualche sassolino nella scarpa lo ha. E’ stata protagonista, lo scorso inverno, di una minaccia al partito, il classico “me ne vado” poi rientrato. E motivi di rancore ne aveva parecchi: il 22 novembre scorso, segnano gli inquirenti e i quotidiani riportano, la ministra parla al telefono con Bisignani. L’argomento sono i rifiuti a Napoli e l’emergenza  a Terzigno. Prestigiacomo ha un tono quasi commosso, secondo La Stampa: “E’ che purtroppo non mi amano, no purtroppo ci troviamo tutti in un centrodestra e sono tutti referenti di Berlusconi…per esempio lui domani si incazzerà perchè gli ho stoppato l’apertura della discarica di Serre. Lui non sa niente di quello che faccio io, lui non sa niente, lui domani fa, sarà a noi il problema di competere con Berlusconi”, e continua: “(Denis Verdini, ndr) gli consiglia di non occuparsi, però Berlusconi deve essere intelligente e purtroppo non lo è“.

Il ministro è preoccupato per la gestione dei rifiuti. “L’unica cosa che non si può fare – continua Prestigiacomo a Bisignani – è fare girare i rifiuti per le Regioni, lì sì che metti in moto la criminalità organizzata, cioè è una cosa enorme, allora questo decreto non lo può gestire Berlusconi, lui è dannifero in queste cose“.

Nella stessa intercettazione Prestigiacomo dedica una riflessione anche alla sua collega Mara Carfagna. “Lui (Berlusconi, ndr) dà ragione a Mara su tutto e lui gli dice e a Salerno quindi lì bisogna già che lei ci vada con una soluzione che non fa danni, poi la perdonerà sul piano personale”.

La presunta “rete” di Bisgnani si estende alla politica, alla Rai, alle nomine in settori strategici, alla stampa. Dare informazioni riservate per ottenere appoggi e favori, questa l’ipotesi dei magistrati. Una miriade di documenti, 15mila pagine, che compongono l’atto d’accusa dei pm napoletani Francesco Curcio e Henry John Woodcock. I quotidiani oggi hanno dedicato ampio spazio e relativi titoli alla vicenda, naturalmente con differenze sostanziali tra le diverse aree politiche di appartenenza. Repubblica parla di “grande ragnatela”, con articoli fino a pagina 9. Il Corriere della Sera preferisce mantenersi su titoli più asciutti: “Le mediazioni di Bisignani”. La Stampa punta sulla cronaca: “P4, Napoli:associazione a delinquere”. Stessa scelta per il Messaggero che punta sul filone romano e sull’aspetto Rai, quindi meno direttamente politico, dell’inchiesta: “P4, atti a Roma: la Procura apre fascicolo Zavoli: intrusioni inquietanti nella Rai”.

I fogli di destra, Il Giornale e Libero, fanno due scelte opposte. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, citato in varie intercettazioni nel caso Bisignani, dedica l’apertura alla notizia. I ministri? Solo sfoghi. E comunque il Giornale non ha responsabilità: “P4, sfoghi dei ministri al telefono. Ma Il Giornale mai condizionato”. Libero, che pure non rientra nelle intercettazioni, preferisce non dedicare spazio all’inchiesta oggi. In fondo al sito solo uno spazietto con l’articolo di ieri, 21 giugno, titolato così: “P4, ma il reato dov’è?”.

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Elisa D'Alto