
FIRENZE – Matteo Renzi il post-rottamatore: è lui il super-favorito nella corsa alla segreteria del Pd. Gli ultimi sondaggi lo danno in testa con il 59%, in netto distacco sul 21% di Cuperlo e il 14% di Civati. Al secondo tentativo, Renzi vede e spera che questa sia ”la volta buona”. Con in tasca già la vittoria tra gli iscritti al partito: nella competizione tra i circoli, il sindaco di Firenze ha ottenuto il 45,3% dei consensi, contro il 39,4% di Cuperlo e il 9,4% di Civati.
Nato a Firenze nel gennaio 1975 e cresciuto a Rignano sull’Arno, il candidato alla segreteria del Pd alle sfide è abituato da sempre. Fin da quando entra negli scout, dove tra l’altro conosce sua moglie Agnese, diventa subito un punto di riferimento: prima capoclan e poi caporedattore del giornale dell’Agesci. Renzi ricorda spesso quell’esperienza: gli ha insegnato, dice citando Baden Powell, che bisogna “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato”. Tra i suoi record ama ricordare che nel 2004, quando divenne presidente della Provincia di Firenze, era il più giovane ad essere approdato a quell’incarico.
La sua vocazione, respirata anche in casa con il padre, ex esponente della Dc e consigliere comunale, la scopre quando arriva al liceo classico Dante di Firenze, dove diventa rappresentante di istituto. Poi si iscrive a giurisprudenza, anche se collabora con l’azienda di famiglia, dà vita a uno dei primi ‘Comitati per Prodi’, nel 1999 si laurea con una tesi su Giorgio La Pira e sposa Agnese da cui avrà tre figli.
La Dc è ormai stata messa in soffitta e quando si avvicina per la prima volta a un partito è il Ppi di cui diventa segretario provinciale, poi è coordinatore della Margherita. A Firenze cominciano a conoscerlo, c’è chi lo apprezza e chi già lo guarda con qualche timore. Nel 2004 si candida alla presidenza della Provincia. Un ruolo che lui sente subito stretto ma dove il centrosinistra lo avrebbe lasciato volentieri anche 5 anni dopo, quando c’è da votare per il sindaco di Firenze.
Renzi spiazza tutti e nell’autunno 2008 annuncia che si candiderà alle primarie per Palazzo Vecchio: ‘‘O cambio Firenze o cambio mestiere e torno a lavorare” lo slogan che fa breccia. A sorpresa vince al primo turno e a giugno 2009 è eletto sindaco lanciando ‘100 cose per i primi 100 giorni’. Nel 2010 rende ancora più esplicito il suo obiettivo: lancia l’idea della rottamazione scatenando la reazione dell’apparato. Ormai è una star, tutti lo cercano per averlo in diretta in tv dove Renzi è sempre più a suo agio.
Per niente pentito convoca alla Leopolda di Firenze tutti quelli che nel Pd sentono di non avere ancora una casa sicura. Lo slogan è chiaro: ‘Prossima fermata l’Italia’. Qui fa coppia proprio con uno dei due avversari dell’8 dicembre, Pippo Civati che lo abbandonerà già in occasione della 2/a Leopolda, il ‘Big bang’ del 2011.
Nel frattempo continua a fare il sindaco, ”il mestiere più bello’‘ come spesso ricorda, ma che lo ha portato anche a ricevere le critiche più feroci a partire da quelle per il pranzo ad Arcore con Berlusconi. Fare il sindaco gli piace, ma Palazzo Vecchio ormai è piccolo per chi gira mezzo paese con lo slogan ‘Viva l’Italia viva’ che poi diventa ‘Matteo Renzi Adesso’ quando nel 2012 sfida Pierluigi Bersani per le primarie del centrosinistra.
Esce sconfitto, forse per la prima volta. Ma riparte con più forza. Per qualcuno anche il Presidente Giorgio Napolitano prende in considerazione il suo nome per la guida del Governo dopo Monti, scegliendo però Enrico Letta, il premier al quale Renzi ora, dopo aver annunciato a luglio l’intenzione di candidarsi alla guida del Pd, ‘Per cambiare verso’, assicura fedeltà. Ma solo se ”il Governo farà quello che vuole il Pd”.
