ROMA – ”Il mio incubo è l’inciucio, sono terrorizzato da questa logica“. Il centrosinistra ha perso la sua sfida quando è ricorso all’inciucio: “La prima volta è stato nel 1998, quando Bertinotti mandò a casa Prodi e D’Alema con Cossiga e Mastella fece l’inciucione”. In un videoforum su repubblica Tv Matteo Renzi ribadisce, così il suo no a Pier Ferdinando Casini e torna ad attaccare il segretario Pd: “Bersani ha in mente una sorta di conquista dei voti moderati in franchising”, con Casini – aggiunge – Ma io, se voglio i voti moderati, vado io a conquistarmeli”.
“Margherita Hack ha detto che vorrebbe votare al secondo turno. Lei si immagina Margherita Hack che va a portare la giustificazione a Nico Stumpo? E’ una roba da barzelletta”, punzecchia poi il sindaco di Firenze.
Ne ha pure per il leader di Sel, Nichi Vendola: “Secondo Vendola non ho bisogno di Casini perché io sono già Casini? – dice Renzi parlando di alleanze – Ricordo a Nichi che lui ha fatto molti accordi con Casini, lui fa parte dell’apparato e in molti enti locali ci sono alleanze tra Sel e Udc. Essere di sinistra – attacca ancora – non significa mandare a casa il governo Prodi”. Poi, rivolgendosi ai sostenitori del leader di Sel, il sindaco di Firenze lancia un appello: “Politiche di sostegno alla cultura, spinta alla green economy, la battaglia contro gli apparati. Secondo voi verranno fatte con me o con Bersani? Non si può fare il paladino dell’antisistema e poi siglare accordi come ha fatto Vendola con Bersani, senza dimenticare che Vendola aveva proposto D’Alema a ministro degli Esteri in caso di vittoria alle primarie”. “Io non sono liberista, sono libero“, dice ancora Renzi chiudendo una polemica con il governatore pugliese persino più aspra di quella con l’avversario di domenica.
Poi una lunga serie di differenze col segretario Pd: ”Diciamolo chiaramente. Bersani ha iniziato a cambiare quando gli ho rotto le scatole io, finché non ha avuto lo stimolo che veniva dalla pancia del Paese”. ”Improvvisamente si è scoperto che la rottamazione è una parola brutta ma qualcuno ha fatto un passo indietro”, aggiunge.
Poi sintetizza: ”Domenica da una parte c’è un signore che promette cambiamento pur non avendolo fatto, è la rassicurazione, lo zio rassicurante. Dall’altra c’è una profonda rottura che assume le sembianze del rischio. Per me il rischio maggiore è non cambiare”.
E ancora: ”Bersani non è in grado di voltare pagina. Glielo l’ho detto ieri: con te allenatore rischiamo di non vincere dopo”. Ma in caso di sconfitta assicura: “Se perdo non chiedo maglie, sto in tribuna a fare il tifo perché sono appassionato della stessa squadra”.
E tira fuori il fardello della vecchia guardia: ”Io non sono contro Bersani io sono per un modello d’Italia diverso. Il problema è che Bersani ha intorno a sé un gruppo di persone, la vecchia guardia, come si fa a dimenticarsi Fioroni, Marini, la Bindi”, aggiunge.
”Questa gente qua per venti anni ha governato il centrosinistra. Non hanno fatto tutto male, ma le cose essenziali non le hanno fatte. Hanno parlato di antiberlusconismo ma non hanno fatto la legge sul conflitto d’interesse. Hanno parlato di unione e non se ne è fatto nulla. Hanno affondato la scuola. Sta gente qua ha fatto quello che doveva fare. Noi diciamo ‘grazie’, hanno anche il vitalizio, quindi non hanno problemi
