ROMA – L’esame del testo sul processo breve slitta a domani, 31 marzo: lo ha comunicato all’Assemblea di Montecitorio il vicepresidente Antonio Leone alla ripresa della seduta. Alla notizia l’intera opposizione in piedi applaude.
Immediata la replica dell’Associazione nazionale magistrati: “La legge sulla prescrizione breve è un colpo mortale inferto al funzionamento della giustizia penale in Italia. Con la riforma oggi in discussione aumenterà a dismisura il numero di casi di denegata giustizia e di impunità per gli autori di gravi reati”.
”L’Europa ci chiede invano da tempo interventi per assicurare un’effettiva ragionevole durata dei processi e di evitare che i processi si concludano con la prescrizione”, nota il sindacato delle toghe. Invece ”la prescrizione breve non riduce la durata dei processi, ma è un incentivo per gli imputati a cercare di far durare più a lungo il processo”.
I magistrati contestano la riforma anche con i dati: ”Oggi, dopo la riforma del 2005, sono già circa 150mila l’anno i processi che si chiudono con la prescrizione, senza un accertamento della responsabilità dell’imputato e senza una risposta di giustizia alle istanze di chi ha subito un danno dal reato”. E non è tutto: ”la prescrizione breve contrasta con le previsioni delle convenzioni internazionali in materia di lotta alla corruzione sottoscritte e ratificate dall’Italia”.
”La prescrizione breve per gli incensurati viola il principio costituzionale di eguaglianza”, sostiene l’Associazione nazionale magistrati, secondo cui ”i cittadini italiani chiedono un processo che si svolga in tempi ragionevoli, ma anche efficacia ed effettività delle decisioni e non vogliono l’impunità dei responsabili dei reati”.