Hanno votato a favore i laici del centro-sinistra e il vice presidente Nicola Mancino, contrari i laici del Pdl.
Secondo i magistrati il ddl «non appare in linea con l’articolo 111» (giusto processo), né con l’articolo 24 (diritto alla difesa) visto che «privilegia il rispetto della rapidità formale ma non garantisce che il processo si concluda con una decisione di merito».
«Depotenzia lo strumento processuale e irragionevolmente sacrifica i diritti delle parti offese» attraverso il quale lo Stato esercita la «pretesa punitiva», continuano ancora.
«Si rischia di impedire del tutto l’accertamento giudiziario e dunque di vanificare la lotta alla corruzione visto che questo reato – che tra l’altro incide anche sull’affidabilità economica del Paese è già stato pesantemente condizionato dai nuovi termini di prescrizione» previsti dalla ex Cirielli. Il ddl è in netto contrasto con i principi sanciti dalla Convenzione dell’Onu contro la corruzione»