ROMA – Processo lungo e prescrizione breve. Sono ancora queste le due carte che intende giocare il Pdl per ‘chiudere’ la partita giustizia. Almeno per quanto riguarda le vicende giudiziarie che riguardano il premier. Per quanto riguarda il primo provvedimento, quello che da’ la possibilita’ alla difesa di chiedere l’ascolto di un numero praticamente illimitato di testi, il capogruppo in commissione Giustizia della Camera Enrico Costa, ne ha chiesto oggi l’inserimento all’ordine del giorno dei lavori della commissione.
Al Senato, invece, continua il suo iter la cosiddetta ‘prescrizione breve’ quella che di fatto dimezza i tempi di prescrizione per gli incensurati. Il 30 settembre, alle 12, scade il tempo per la presentazione in commissione Giustizia degli emendamenti. E poi, assicura il presidente della commissione Filippo Berselli, ”ne comincera’ subito l’esame”. Per entrambi i disegni di legge si tratta dell’ultima lettura. Pertanto dopo l’approvazione, rispettivamente in commissione e in Aula, diventeranno legge dello Stato. Subito dopo, ovviamente, la firma del presidente della Repubblica. Sul processo lungo, il Csm e il primo presidente della Corte di Cassazione si erano espressi in modo piuttosto categorico all’inizio del mese. Per l’organo di autogoverno dei giudici il testo avra’ ”effetti dirompenti” sull’ordinamento giudiziario. Mentre per Ernesto Lupo sara’ ”la morte del processo penale”. Anche la ‘prescrizione breve’ non aveva ricevuto commenti positivi dal fronte magistratura. Secondo il presidente dell’Anm Luca Palamara si tratta semplicemente di ”un’amnistia mascherata”.
Se a questa sorte di ‘manovra a tenaglia’ rimessa in campo dal centrodestra, si fa notare nell’opposizione, si aggiunge anche il ddl Intercettazioni, calendarizzato a fine mese per l’Aula della Camera, ”il quadro sara’ completo” e ”il bavaglio sara’ totale: sia per le toghe, sia per la stampa”. Si tratta di provvedimenti approvati gia’ da un altro ramo del Parlamento, taglia corto Enrico Costa, ed ”e’ giusto che continuino il proprio iter”. In piu’, insiste il parlamentare, tra la decisione di accelerare sul ‘processo lungo’ e quella di ieri dei magistrati di Milano di ‘tagliare’ i testi del processo Mills ”non c’e’ alcuna connessione”. Anche se si sa che, secondo il principio del ‘favor rei’, la norma, una volta diventata legge, potra’ valere anche per i procedimenti in corso per i quali non si e’ ancora chiusa la fase dibattimentale. Esattamente come ”per il processo Mills”, commenta il senatore dell’Idv Luigi Li Gotti.