ROMA – ”Non si tratta di dare soldi in tasca al migrante ma di aiutare il Paese di nazionalità a creare le condizioni economiche con quei soldi dell’Europa per far sì che il migrante torni ed apra ad esempio un negozietto”.
Lo ha affermato il ministro degli Esteri Franco Frattini nel corso del programma Otto e mezzo soffermandosi sull’erogazione di contributi al rimpatrio ai migranti che giungono sulle coste europee.
Soldi che ”non vanno dati alla singola persona, che se li mette in tasca”, ha spiegato Frattini ricordando che, tra le richieste inoltrate dall’Italia a Bruxelles, c’è stata quella di ”sostegno economico” visto che ”ci sono dei contributi al rimpatrio, che sono contributi europei”.
Frattini, quindi, ha parlato anche degli interessi economici italiani in Libia. ”L’Eni – secondo il ministro -resterà l’attore principale nel settore degli idrocarburi”. ”Ci sono contatti – ha concluso Frattini – tra l’Eni e il Consiglio di Bengasi e io favorisco questi contatti perché oggi i rubinetti sono chiusi ma presto riprenderanno le operazioni”, ha aggiunto il ministro.