L’assessore “anti immigrati” Pier Gianni Prosperini conduceva affari con i politici eritrei: anzi, come riferisce L’Espresso, il suo ufficio milanese all’interno del Pirellone si trasformava spesso e volentieri in un suk. L’assessore allo Sport della Regione Lombardia è stato arrestato nei giorni scorsi per corruzione e turbativa d’asta.
In più di un’occasione, i rappresentanti del governo eritreo si accampavano nel suo ufficio: da qui Prosperini poteva svolgere al meglio il suo ruolo di “mediatore” tra le alte sfere del Paese africano e gli imprenditori che volevano concludere affari vantaggiosi laggiù.
Uno dei più sopresi dalle frequentazioni dell’assessore lombardo è stato l’amministratore della “Cantieri Navali Vittoria”, che aveva raggiunto un’intesa con Prosperini per ottenere dei vantaggi nel commercio con l’Eritrea. Quando si recò al Pirellone per formalizzare l’accordo, l’imprenditore rimase choccato dall’elevato numero di eritrei presenti e dalla fila che si era creata dietro la porta dello studio: oltre a lui, si erano recati da Prosperini grossista di camion e una mezza dozzina di altri imprenditori italiani.
Con il titolare dell’impresa navale, Prosperini aveva messo a punto un piano sicuro per “occultare” le tangenti: in cambio della propria intermediazione, il politico lombardo pretendeva infatti il 5% sul guadagno totale. I soldi venivano depositati in Svizzera, su conti intestati al fiduciario Domenico Scarfò.
Interrogato dai giudici elvetici, il prestanome ha già ammesso che dietro questo meccanismo c’era Prosperini. L’assessore utilizzava diverse società off-shore (Htk, Finley Service, Chamonix, Willow Overseas) per depositare in Svizzera i proventi della sua attività illecita.