Terzigno. La protesta si fa rivolta violenta, la “monnezza” rimbalza in faccia a Berlusconi

Notte di guerriglia urbana a Terzigno

Due anni dopo la “monnezza” torna a sporcare non solo le strade campane, ma il tavolo di Palazzo Chigi. La protesta per la discarica a Terzigno si è trasformata in rivolta, vera e propria guerriglia urbana. “E’ un problema di ordine pubblico, non solo di ambiente. Forse c’è dietro la criminalità”, ha detto in Parlamento il ministro Stefania Prestigiacomo.

E se nel primo pomeriggio di giovedì il governo aveva annunciato una riunione d’emergenza, due ore dopo l’emergenza è diventata tale da necessitare la presenza del premier Silvio Berlusconi in Consiglio dei ministri. L’appuntamento è a domani per affrontare sul piano politico la questione rifiuti che per ore è stata giocata per le strade del Comune napoletano, sulla via Panoramica, a pochi passi dalla discarica “incriminata”.

Quello che fino a poco tempo fa era un “problema” ormai “risolto”, adesso per Berlusconi è una grana da affrontare nell’immediato. La protesta dei cittadini, quella del “io la monnezza in casa non la voglio” è diventata guerriglia, scontri violenti tra manifestanti e polizia: lanci di sassi, macchine della polizia in fiamme a Terzigno; il tricolore a fuoco, vetrine dei negozi in frantumi, autocompattatori bruciati a Boscoreale e le travagliate dimissioni del sindaco Gennaro Langella. “Mi dimetto dal Pdl. Non posso essere complice di una scelta così scellerata e grave”, ha detto.

A scatenare la ribellione violenta anti-discarica è stata proprio la decisione “scellerata” dei parlamentari del Pdl campano, insieme con il governatore Stefano Caldoro e i presidenti delle Province di Napoli, Avellino e Salerno, Cesaro, Sibilia e Cirielli, di dare il via libera alla discarica di Cava Vitiello, la seconda nel Parco nazionale del Vesuvio: in pratica l’immondezzaio più grande d’Europa. Tanto, le province di Avellino, Benevento e Salerno alla “monnezza” napoletana avevano già sbattuto la porta in faccia.

Il popolo di Terzigno e di Boscoreale ha riportato così in strada e con violenza il già grande disagio causato dalla prima discarica aperta, la Sari, che oltre all’odore nauseabondo avrebbe inquinato anche le loro acque. Ora tutto questo rimbalza, a due anni di distanza dall’emergenza rifiuti di Napoli, dritto in faccia a Berlusconi.

Ed è lo stesso Berlusconi “illusionista”, quello che insieme a Guido Bertolaso ha usato un bel trucchetto con la spazzatura in Campania, come ha raccontato Fulvio Bufi sul Corriere della Sera: hanno riempito le buche e le cave che già ci sono con la “monnezza” in eccesso, senza misure di prevenzione, inceneritori, termovalorizzatori e altri siti. [gmap]

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luiss_smorgana