MONZA – Il ministero di Monza è aperto, ma solo per la Lega Nord ed i suoi iscritti: Umberto Bossi e Roberto Calderoli hanno convocato in una riunione tutti e i soli presidenti delle province leghiste per discutere del disegno di legge costituzionale “Soppressione degli enti intermedi”, che garantirebbe la sopravvivenza delle sole province autonome di Trento e Bolzano.
Gianpaolo Bottacin, presidente della provincia di Belluno, ha dichiarato: “Meglio un taglio netto che l’asfissia perché ti han tolto l’ossigeno”. Una dichiarazione consolatoria a fronte di quello che appare ormai un chiaro segnale che il federalismo, tanto voluto dai leghisti, potrebbe non essere così vicino come credevano. La presidente di Venezia, Francesca Zaccariotto, ha commentato: “noi avevamo proposto di tagliare i rami secchi, non gli enti in sé. Per questo esprimo piena contrarietà all’esito della manovra finanziaria”, che secondo la presidente è ingiusta poiché “sancisce l’abolizione di tutte le province, dunque non quelle ‘sprecone’, o di quelle nate l’altro ieri prive di radicamento nel territorio”.
L’abolizione delle province è un rospo difficile da ingoiare per gli esponenti della Lega, tanto più che secondo Bottacin non costituiranno un effettivo risparmio in Veneto, dove “il contratto di lavoro regionale è migliore di quello provinciale. E dunque, se i dipendenti dovessero venir presi in carico dalle Regioni, di risparmi non ce ne sarebbero proprio”. Insomma “una sconfitta”, come sostiene il presidente di Treviso Leonardo Muraro, che dopo aver sollecitato l’incontro con Bossi ha adottato un tono diplomatico “andremo a capire qualcosa di più”.