Durante la votazione in Commissione governo e maggioranza sono andati sotto due volte, a incidere l’assenza del senatore di maggioranza Mario Mauro (Per l’Italia) e di due senatori in quota Ncd poi sostituiti. Ma l’ex ministro, nonostante le sollecitazioni, non è stato sostituito. Cosa prevede la riforma Delrio lo spiega Repubblica:
Stando alla riforma Delrio, infatti, fino al 31 dicembre 2014 gli enti vivranno una fase di cosiddetto ‘accompagnamento’: se il ddl passerà definitivamente, per 9 mesi le giunte provinciali continueranno a esistere, e solo dal 1° gennaio 2015 il disegno dell’ex ministro degli Affari regionali, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, prenderà realmente forma. Da qui ad allora, le Province commissariate rimarranno tali, mentre le 52 che a maggio sarebbero dovute andare al rinnovo rimarranno in carica così come sono: ai vertici, gli stessi amministratori in scadenza che saranno tali per il periodo di transizione.
Nel pomeriggio un altro segnale negativo per la maggioranza. La pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S contro il ddl Delrio è stata respinta con soli 4 voti di scarto: i “sì” sono stati 112, i “no” 115 e una sola astensione (al Senato vale voto contrario). Davvero un “soffio” anche se si pensa che la maggioranza che diede fiducia al governo Renzi fu di 169 senatori.