
Putin chiama, neutralista risponde. Missili e bombe sugli ucraini fabbricano pacifisti italiani. Obiettivo: togliere armi a Kiev e sanzioni a Mosca FOTO ANSA
Obiettivo e programma d’azione del montante pacifismo italiano: togliere dalla scena l’invio delle armi all’Ucraina e togliere dal tavolo, magari piĂ¹ in lĂ , le sanzioni a Mosca. Obiettivi urgenti, vissuti e pensati come pre condizioni per la pace. Obiettivi non declinati e declamati a lettere chiarissime ma del tutto evidenti in ragionamenti, pensieri, parole e atti del vasto schieramento che in Italia va aggregandosi intorno al vastissimo e del tutto indefinito contenitore chiamato pace.
Contenitore quello della pace per la pace che non è vuoto e declamatorio, dentro ci sono contenuti precisi: appunto il basta armi a Kiev, il basta sanzioni e Mosca e, ovviamente, un pezzo piĂ¹ o meno grande d’Ucraina come premio e trofeo per l’Operazione militare speciale. La richiesta e la mobilitazione per la pace a qualunque condizione contiene e prevede il concetto di giusto bottino. Giusto, equo bottino per chi si prende la briga di una invasione armata. Qui e oggi alle condizioni di fatto poste da Putin il pacifismo è neutralismo, neutralitĂ tra l’aggredito e l’aggressore.
Missili sulla gente lì estorcono pacifismo qui
Effetto collaterale dei bombardamenti, massicci e strategici, sui civili e sulle cittĂ ucraine è l’indurre, l’estorcere una sorta di pacifismo da panico. PiĂ¹ ucraini i missili russi macellano, piĂ¹ cresce l’urgenza di dare a Mosca qualcosa perchĂ©, purchĂ© il tutto si fermi ad opportuna distanza da casa nostra. L’effetto, insieme psicologico e culturale, del “massaggio” a suon di bombe della popolazione ucraina è in consistenti strati della popolazione italiana quello che segue e consegue ad azione estorsiva: Putin chiama, neutralista risponde.
Geologia del pacifismo italiano
Uno strato profondo, sottile ma non irrilevante: il pacifismo come scelta insieme ideale e ideologica, il pacifismo sempre e comunque, il pacifismo anche a prescindere dalla Storia, la pace anche prima della libertĂ . Uno strato largo, amplificato e nutrito da apparente buon senso e buona volontĂ : la pace come valore primario e, soprattutto, come condizione di vita da non perdere e non mettere a rischio. Così pensa ogni umano di buon senso e buona volontĂ , che poi perĂ² evita di pensare a che si fa se qualcuno la guerra la fa. A questi strati va a sovrapporsi il pacifismo di opportunitĂ e opportunista: un po’, appena un po’ di filo putinismo e molta, moltissima mala politica.
Pd sta smottando, l’Avvenire lo ha giĂ fatto
Giuseppe Conte e il suo M5S adottano nei confronti lo schema adottato a suo tempo nei confronti della povertĂ : aboliamola! Abolita! Lo stesso schema culturale nei confronti della politica: aboliamola! Lo stesso nei confronti delle bollette: aboliamo gli aumenti e magari le bollette! Non è che li dipingono così, sono fatti così e quindi si sono messi, non senza ragione, alla testa degli abolitori della guerra. Posizione che nella sua magnifica inconsistenza pratica affascina irresistibilmente il Pd. Che infatti sta smottando. Verso una “grande azione diplomatica”. Verso “l’urgenza della trattativa”.
In sostanza e all’italiana: le armi a Kiev, se la sbrighi e se lo prenda in carico Meloni se vuole mandarle, noi andiamo in piazza per la pace. GiĂ smottato del tutto è l’Avvenire che non è solo un serio quotidiano, è anche spesso il baricentro del pensar cattolico. Oggi l’Avvenire scrive che l’Ucraina deve cedere Crimea e Donbass e che Putin deve far arretrare le sue truppe appena appena un po’. Nuovi confini un po’ a sud del Dnieper , confini tra l’Ucraina e quanto di Ucraina va a diventare Russia, Putin rinunci a un po’ di terra ucraina presa com le armi e a un po’ di terra ucraina pretesa ma neanche presa con le armi. Qui il confine tra pacifismo e neutralismo diventa etereo, l’uno confluisce con naturalezza nell’altro.
L’equazione oscena
Che non è dei pacifisti e neanche dei neutralisti. Ma di coloro che si possono diciamo così definire realisti-opportunisti sì. Eccola l’equazione: gli ucraini attaccano il ponte russo tra Russia e Crimea, i russi bombardano le cittĂ e la gente ucraina. Pari e patta tra un obiettivo militare durante una guerra e la rappresaglia indiscriminata sui civili. Un’equazione oscena e, a pensarci appena un po’, giĂ sentita ai tempi in cui si ammoniva a non combattere per non scatenare la rappresaglia nazista.