ROMA, 18 NOV – E' un 'no' al momento, quello consegnato dall'Italia al Commissario Ue Dacian Ciolos sulla proposta di riforma agricola. ''Alcune criticita' fanno si' che l'Italia non possa al momento, approvare la proposta della Commissione sulla riforma della Pac'', ha detto il neoministro delle Politiche agricole Mario Catania al commissario europeo dell'agricoltura in visita a Roma.
Ma Catania smussa i toni, dicendosi fiducioso che ''il positivo dialogo'' gia' avviato e consolidato con il responsabile europeo dell'Agricoltura ''portera' i suoi frutti. Ritengo infatti che ci siano i margini per superare le difficolta' sul tavolo'' ha detto il ministro, non nascondendo che ''il negoziato sulla Pac comincia ora e sara' un lungo e complesso''. D'altra parte, lo stesso Ciolos (che ha definito Catania ''ottimo partner da anni, positivo che ci sia in questo momento complesso'') ha affermato in audizione alla Camera che ''non chiudera' la Pac senza avere a bordo anche l'Italia, e il numero di Paesi maggiore possibile''.
''Uno dei punti centrali della trattativa con Bruxelles riguardera' i criteri sulla base dei quali avviene la distribuzione delle risorse. Se il criterio e' solo quello della superficie agricola – dice Catania all'ANSA – l'Italia ne esce fortemente penalizzata, in quanto la produzione italiana pesa per il 13% sul valore complessivo della produzione agricola europea, mentre la superficie nazionale e' solo il 7%''. Il pressing del governo italiano sara' quindi sulla necessita' di mettere sul piatto il valore della produzione e delle specificita' nazionali. L'attuale proposta, frutto di un compromesso, che vede l'Italia ''perdere il 6,7% dei contributi non ci fa piacere, va da se' ''prosegue Catania osservando che ''abbiamo almeno un anno di trattative davanti'' e il negoziato sul bilancio della Pac si intersechera' continuamente con quello sulle prospettive finanziarie dell'Ue.
Tra i dossier 'caldi' sul tavolo del neoministro anche l'annosa questione delle quote latte. Sulla quale pero' Catania e' netto, specialmente sulle multe da pagare degli allevatori: ''Sono prelievi previsti dalle norme che bisogna applicare. Facendo la massima attenzione però. Sarebbe criminale far pagare sforamenti in presenza di dubbi o errori nelle sequenze applicative. Non ci sono grandi margini politici, la normativa Ue e quella nazionale vanno applicate correttamente. Se ci sono storture applicative vanno eliminate. Non e' materia da foglio bianco su cui scrivere come vogliamo''.
Piu' in generale, quello agricolo e' un settore che ''attraversa una situazione oggettiva di sofferenza – dice il ministro supertecnico – con una crisi che non consente interventi di sostegno di tipo tradizionale. Ci puo' pero' essere una serie di norme che non prevedono costi ma aiutano le imprese a essere maggiormente competitive''. Nel caso della filiera dell'ortofrutta ad esempio, ''se riusciamo a far funzionare meglio il rapporto tra organizzazioni agricole e grande distribuzione, facciamo un'operazione importantissima, senza costi''.