PALERMO, 30 MAR – Nel day after di Raffaele Lombardo, raggiunto ieri dall'ordinanza del gip di Catania che ne ha disposto l'imputazione coatta per concorso esterno in associazione mafiosa, fa rumore il silenzio prolungato di due tra gli assessori di maggior peso del suo esecutivo: il prefetto Giosue' Marino e il pm Caterina Chinnici, figlia del giudice istruttore ucciso dalla mafia che starebbe meditando una loro linea d'azione. Ma vi sono anche segnali che sembrano pietre.
Il primo e' arrivato dal ministro Elsa Fornero, che oggi pomeriggio avrebbe dovuto incontrare Lombardo a Palazzo d'Orleans. Fino a ieri la riunione era confermata dal cerimoniale, tant'e' che il governatore ne aveva discusso con la stampa. Stamattina il dietro front, improvviso. Visita annullata. ''Sopraggiunti impegni'' dicono dal ministero, ma c'e' chi sussurra che la decisione sia stata presa per evitare ''imbarazzi'' al ministro.
Ma il vero nodo e' il malessere degli alleati. Il Pd ha stabilito di riunire la direzione regionale lunedi' prossimo, convocata per affrontare il ''caso'' Lombardo, col senatore Enzo Bianco pronto a guidare la truppa dei falchi che ne chiedono le dimissioni immediate e il segretario dimissionario, Giuseppe Lupo, a togliersi qualche sassolino dalla scarpa al cospetto dei fautori delle larghe alleanze e del governo politico, tra cui i senatori Giuseppe Lumia e Nino Papania.
Un altro segnale della situazione di tensione arriva dal fronte bilancio e finanziaria. La bozza di maxiemendamento alla al ddl di stabilita', definito a fatica dalla giunta, e' stato 'seppellito' di botto, a poche ore dalla conferenza stampa che l'assessore all'Economia Gaetano Armao aveva convocato a Palermo nel pomeriggio per fare il punto. Invece, a sorpresa Lombardo ha riunito d'urgenza la giunta approvando la proroga di un mese dell'esercizio provvisorio (fino al 30 aprile). Un modo per tenere calma in questo momento delicato l'opposizione, pronta a fare ostruzionismo in aula contro la legge di stabilita'.
Il clima e' teso. La tensione cresce di ora in ora, c'e' persino chi pensa gia' alle elezioni anticipate, previste se Lombardo dovesse dimettersi, scelta che il governatore ha assicurato che fara' se sara' rinviato a giudizio dal gup. In questo scenario, in Sicilia si potrebbe andare al voto il prossimo autunno, con sei mesi mesi d'anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura. Ipotesi che, tra l'altro, non dispiacerebbe a molti poiche' in questo modo il Parlamento non avrebbe piu' il tempo di chiudere l'esame in doppia lettura della legge regionale che riduce da 90 a 70 i posti dei deputati all'Assemblea regionale. Lombardo intanto ha chiesto di poter riferire all'Ars. Lo ha fatto inviando una lettera al presidente dell'Assemblea, Francesco Cascio. Scrive: ''La vicenda di carattere giudiziario, alla cronaca degli ultimi giorni, consegna all'opinione pubblica l'esigenza che il presidente della Regione riferisca al Parlamento siciliano''.
Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria, il leader dell'Udc Pierferdinando Casini, ha definito ''un atto di chiarezza e serieta''', l'uscita del partito dal governo in Sicilia. ''Non abbiamo problemi a stare all'opposizione di Lombardo – ha aggiunto – lo siamo stati coi governi Prodi e Berlusconi''. Mentre Gaetano Quagliariello (Pdl) afferma: ''Noi coerentemente garantisti, tanti professionisti dell'antimafia hanno invece cambiato mestiere. Fa un certo effetto vederci scavalcati dai sofismi dei gia' duri e puri''.