ROMA – Raggi in chat con Marra: “Mi hanno imposto le nomine”. E Di Maio lo incontrò… Stanno uscendo le temute conversazioni in chat tra la sindaca Raggi e il cosiddetto “raggio magico” in giunta, in particolare con il controverso direttore del personale Raffaele Marra finito agli arresti. Temute perché smentiscono due volte la sindaca quando rivendicava la sua autonomia decisionale sulle nomine: all’interno, perché Marra preparava il dossier nomine ben prima della sua investitura, all’esterno, perché gli furono imposti da Grillo e Casaleggio capo di gabinetto (il giudice Raineri) e assessore al bilancio (Minenna).
Lei, invece, in pubblico aveva sempre ribadito che ogni scelta era frutto della sua gestione, davanti alle contestazioni dei grillini sospettosi del potere di Marra e Romeo, di fronte ai cittadini che si trovavano un sindaco eletto a Roma ma eterodiretto da Milano. E anche Luigi Di Maio, che aveva sempre negato, dovrà spiegare i suoi incontri con lo stesso Marra che ne parla in chat. (Di Maio ha rilasciato una nota in merito: “L’unica volta che ho incontrato Marra l’ho fatto nel mio ufficio della Camera in totale trasparenza. L’incontro è stato regolarmente registrato e non avendo nulla da nascondere sono stato io a darne notizia”.)
«Le nomine di Minenna e Raineri sono imposte. Ma il sindaco sono io». A parlare è Virginia Raggi, all’interno dell’ormai stranota chat di Telegram “Quattro amici al bar”. Gli interlocutori sono Salvatore Romeo, Daniele Frongia e Raffaele Marra, l’ex braccio destro che, subito l’arresto, la sindaca ha rinnegato in un baleno liquidandolo come «uno dei 23 mila dipendenti del Comune». La prova che Raggi ha qualche problema nell’ammettere la realtà dei fatti è contenuta in questa intercettazione del Nucleo investigativo dei Carabinieri, ora agli atti della Procura di Roma che ha messo sotto indagine Raggi per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico nell’inchiesta sulle nomine in Campidoglio. (Edoardo Izzo, Ilario Lombardo, La Stampa)
A proposito dell’influenza di Marra – e delle sue manovre per far promuovere il fratello Renato alla direzione del Turismo – vanno registrate alcune conversazioni tra i due su whatsapp, che danno conto anche della mappa del potere 5 Stelle a Roma e dei nuovi equilibri seguiti all’insediamento di Raggi. “Devi farti amico De Vito, lui è potente. Se diventa tuo amico metà strada è fatta”, dice Raffaele Marra citando il presidente dell’assemblea capitolina, uomo vicino a Roberta Lombardi .
«De Vito è un amico, mi voleva fare direttore del terzo dipartimento per parare il culo alla moglie». A luglio Giovanna Tadonio, la moglie di De Vito, diventa assessora alla sicurezza del Personale e alla Polizia locale del municipio III. (Edoardo Izzo, Ilario Lombardo, La Stampa)