Rai: Bersani e Fini da Fazio e Saviano, l’ultima polemica scatenata da Masi

Mauro Masi

Il braccio di ferro sulla presenza del presidente della Camera Fini e del segretario del Pd Bersani lunedì a “Vieni via con me”, il nuovo programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano su Raitre, è solo l’ultima delle polemiche che hanno investito la Rai, e in particolare il direttore generale Mauro Masi, negli ultimi mesi. Prima l’incertezza sull’avvio della trasmissione “Annozero” e la successiva sospensione del conduttore Michele Santoro (che al direttore generale aveva indirizzato un ‘vaffan…bicchiere’ in diretta). Poi le causa intentata dal premier contro “Report” della giornalista Milena Gabanelli per un servizio sulle proprietà di Berlusconi ad Antigua. Quindi le polemiche legate ai compensi degli ospiti proprio di “Vieni via con me”.

Oggi, invece, il motivo del contendere è la presenza di politici nella trasmissione, con il no della direzione generale che ha scatenato, come prevedibile, le polemiche dell’opposizione e la reazione del direttore di rete Paolo Ruffini che ha assicurato che Fini e Bersani ci saranno. Intanto per il dg si annuncia una settimana difficile, anche perchè sono tanti i nodi da sciogliere in cda a partire dal vicenda ancora aperta delle nomine di peso (che ha visto tra l’altro anche nei giorni scorsi lo ‘show-down’ tra Garimberti e Masi con il presidente che è arrivato a minacciare le dimissioni); inoltre mercoledì 17 si terrà lo scrutinio del referendum programmato dall’esecutivo Usigrai tra i giornalisti Rai sulla valutazione dell’operato di Masi; infine la mozione dei finiani che tra l’altro mette nel mirino il dg e che sara’ discussa alla Camera il 22 novembre.

Tra i fronti aperti anche il piano industriale, che prevede tagli e la cessione a ditte esterne di mansioni storicamente affidate alla Rai, contro il quale i sindacati dei lavoratori – Cisl esclusa – hanno proclamato uno sciopero per il 10 dicembre. Senza dimenticare i buchi nel bilancio: stando alle previsioni, il 2010 si chiuderà con uno squilibrio tra i 115 e i 118 milioni di euro. Mentre l’opposizione chiede le sue dimissioni – negli ultimi giorni, tra gli altri, il leader del Pd Bersani ha sostenuto che ”Masi è al capolinea” – il dg ha sempre respinto al mittente ogni rimostranza. Ha sottolineato più volte di non essere un censore e di non voler mettere bavagli. Ha spiegato di non temere il referendum tra i giornalisti, in quanto lui risponde solo al cda e all’azionista.

Il risanamento dei conti, ha rivendicato, è già avviato e per questo ha appena presentato in consiglio di amministrazione un piano di interventi immediati per contenere le spese: tra questi, il blocco del turn over fino a fine 2011, i tagli alle trasferte, ai cellulari e alle auto blu. Nell’ultima riunione del cda, infine, ha illustrato un piano di intervento straordinario per recuperare almeno 100 milioni di euro dall’evasione dei canoni speciali.

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Alessandro Avico