Non si sono fatte attendere le reazioni alle dichiarazioni di Paolo Romani, vice ministro allo sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni sulla Rai che il 2 giugno scorso aveva criticato la conduttrice di Raitre Serena Dandini, a suo dire “peggio di Santoro”, ma anche il Tg3 e Rainews 24, testate che “disinformano”.
Le affermazioni di Romani “sono un vero e proprio manifesto per la difesa della razza berlusconiana in tv”, è stato il commento di Giuseppe Giulietti, portavoce di art. 21., che ha aggiunto: “Si tratta del preannuncio di una nuova lista di espulsioni. Ci attendiamo ora una dura replica dei vertici della Rai e l’impegno a difendere con fermezza gli autori e le trasmissioni al centro della nuova offensiva”.
Per Giulietti “appare infine significativo che questi signori alla vigilia di un difficile confronto sui tagli continuino a invocare bavagli contro tutto e tutti”.
Critiche anche da Carlo Rognoni, presidente forum Riforma sistema radiotelevisivo del Partito Democratico. “Un vice-ministro che aspira anche a diventare ministro e si perde in considerazioni faziose e di parte senza capire che il proprio ruolo istituzionale dovrebbe consentirgli di ragionare più lucidamente, lascia esterrefatti”, dice, “sembra quasi Romani non riesca più a fare nemmeno il vice- ministro ma solo l’agit-prop”.
“In questo clima di crisi e di difficoltà d’immagine per la Rai – prosegue Rognoni – si ripropone con tutta la sua forza il conflitto d’interessi, tanto più alla vigilia di decisioni importanti che l’azienda dovrebbe poter prendere nell’esclusivo interesse della Rai e non fare piacere a qualcuno”.
Sulla stessa linea, Matteo Orfini, responsabile Cultura e Informazione della segreteria del Partito Democratico. Per Orfini “i giudizi espressi su Serena Dandini, Tg 3 e Rai News 24 sono estremamente gravi”. “Hanno tutto l’aspetto dell’ennesima lista di proscrizione compilata dal centrodestra ai danni di professionisti non allineati. Il fatto poi che tale lista giunga alla vigilia di un Cda in cui la Rai dovrà discutere il palinsesto di Rai 3 fanno diventare le parole di Romani un vero e proprio atto di intimidazione. Tutto questo è indegno di un Paese realmente democratico”.
Per il responsabile cultura del Pd “per non farsi mancare nulla Romani ha attaccato anche in modo assai scomposto Elio Germano”. Quindi, da Orfini, un appello a Bondi: “Ci rivolgiamo al ministro Bondi, dice, perché almeno per una volta faccia quello che si richiede a un ministro della Cultura: difenda il cinema e gli attori italiani dagli insulti di un collega che mette la politica davanti all’arte”.
La protesta si è levata anche dal sindacato dei giornalisti Rai. Dal viceministro Romani “parole indecenti su due testate del servizio pubblico, apprezzate e seguite da molti italiani ma da tempo nel mirino di quei settori della maggioranza vicini al premier del conflitto di interessi”, sostiene il segretario UsigRai Carlo Verna, che ricorda: “al recente nostro Congresso abbiamo già chiesto le dimissioni pur sapendo che, lui sì , continuerà a far danni come vice ministro o vista la fedeltà a Berlusconi come ministro”.