Vivaci polemiche e prese di posizione anche autorevoli sono state causate dalle voci sulla soppressione del programma “Il fatto del giorno”, condotto su Rai due da Monica Setta. Le polemiche sono state accentuate dal clima di purga staliniana che incombe sulla Rai e che vede la Setta in compagnia di nomi illustri come Serena Dandini.
Le prime voci sulla soppressione del programma della Setta sono state accreditate dal quotidiano ‘Leggo’, che però la Setta bolla di “falsità”, e, per questo, dice, ha “deciso di querelare il giornale”.
Secondo ‘Leggo’ la chiusura del programma sarebbe stata causata da un “falso scoop”, la notizia di un flirt tra Massimo Giletti e Carla Bruni, che avrebbe spinto l’Ambasciata di Francia a intervenire presso la direzione generale Rai.
Monica Setta ha dichiarato all’Ansa: “Non è vero nulla. Non abbiamo avuto alcun problema per quella notizia su Carla Bruni”. Tuttavia chiedere la testa di giornalisti sgraditi soprattutto se rei di avere infangato il mito macho del prresidente francese Nicolas Sarkozy è un vizietto noto. Toccò per primo al direttore di Paris Match, la rivista francese che pubblicò in copertina la foto della ex moglie di Sarkozy, Cecilia, abbraciata a un altro uomo.
Da allora gli episodi si sono ripetuti sia in Francia, dove è facile per il Presidente della Repubblica fare pressione su Arnaud Lagardere, proprietario di giornali e fornitore di commesse militari all’esercito francese, sia in Italia, dove Silvio Berlusconi, non molto stimato in giro per il mondo, si è aggrappato a Sarkozy come un’ancora e si è fatto perdonare le gaffes internazionali comprandogli centrali nucleari di progetto ormai superato. Resta infatti il sospetto che l’allontanamento di Mario Giordano dalla direzione del Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, non sia stato tanto motivato dalla necessità di sostituirlo col più bellicoso Vittorio Feltri, ma da una imposizione di Sarkozy, istigato dalla moglie attuale, l’ex attrice e modella italiana Carla Bruni, contro la quale, giustamente, Giordano si era scatenato per il suo comportamento snobbetto al G8 dell’Aquila. Che questa volta sia toccato alla Setta non stupirebbe davvero.
Monica Setta, nella sua dichiarazione all’Ansa ha avuto altre cose da precisare contro ‘Leggo’: “Non è vero neanche che io guadagno 1000 euro a puntata, prendo poco più di 300 euro netti. E’ assurdo, con gli stipendi che ci sono in Rai, che si attacchi uno come me. Anzi, in un’intervista su ‘La Padania’, appoggio l’idea lanciata da Calderoli e propongo a tutti i miei colleghi un taglio dello stipendio del 10%”.
Quanto alle voci sul taglio del suo programma, la Setta è fatalista: “Sto aspettando comunicazioni. Mi auguro che un programma che ha quadruplicato gli ascolti nella fascia oraria e che costa solo 7000 euro a puntata non venga cancellato. Confido nel direttore generale, Mauro Masi”. Vista la situazione, se è vero che c’è di mezzo lo zampino di Sarkozy, al povero Masi resta poco altro da fare che eseguire gli oordini superiori.
In viale Mazzini le indiscrezioni vorticano. Nel prossimo palinsesto sarebbe in un dubbio la riproposizione di un talk show di politica in quella fascia, mentre un nuovo programma potrebbe essere affidato a Paola Perego, ora in forze a Mediaset. Perego è la compagna di Lucio Presta, il più bravo e serio agente di divi dello spettacolo, totalmente trasversale, avendo tra i suoi clienti da Antonella Clerici a Paolo Bonolis, da Roberto Benigni a Michele Santoro. Oggi in Italia è una delle persone più potenti della tv, capace di imporsi a Pier Silvio Berlusconi e, a maggior ragione, a Mauro Masi.
In difesa del programma di Monica Settasi sono mossi diversi parlamentari del Pd, il che certamente, nel clima sovietico che si respira dalle parti di palazzo Grazioli, non aiuta la povera Setta. Oltre al vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai, Giorgio Merlo, sono intervenuti Matteo Colaninno , che ha detto: “Non vedo il motivo di cambiare un prodotto di successo. Sarei assai rammaricato per la perdita di una di un prodotto, talvolta aggressivo, ma certamente di valore”; e Debora Serracchiani: “Sono stata ospite un paio di volte al Fatto del giorno e ho trovato una produzione attenta e volontà di fare informazione. Forse non c’era l’aplomb della Bbc, ma c’era senz’altro la capacità di tradurre nella lingua di ogni giorno questioni delicate e complesse”.
Si è schierato anche il vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai, Giorgio Merlo: “Se il tutto dovesse rispondere al vero, sarebbe altrettanto curioso conoscere le ragioni editoriali, economiche e finanziarie che portano l’azienda a penalizzare format di successo in termini di ascolti e di budget con altre esperienze che, ne siamo certi, avrebbero costi di gran lunga superiore. questa la strada per contenere i costi e rilanciare la qualità nell’azienda di servizio pubblico?”.