Rai, anche “Porta a Porta” di Bruno Vespa rischia il taglio di una serata

“I palinsesti Rai come le ombre cinesi”: è questo il commento di chi li ha visti. Ora, secondo Repubblica, a rischiare in parte il proprio spazio all’interno della programmazione ci sarebbe anche Bruno Vespa. La storica trasmissione “Porta a porta”, talk show di punta di Rai Uno, compare infatti nei palinsesti ma rischia di perdere uno dei suoi quattro appuntamenti settimanali: si deve fare spazio ai “150 anni” di Giovanni Minoli.  Ciò sarebbe dovuto, secondo chiacchere di corridoio, ai risultati dell’auditel, che non sarebbero stati apprezzati pienamente nell’ultima stagione, anche se sono ben difficili da analizzare e interpretare.

Così, dopo il “caso Saviano”, le annunciate chiusure di programmi storici come “Mi manda RaiTre” e “Glob” di Enrico Bertolino, il ridimensionamento di  “Parla con me” di Serena Dandini che perde una serata, le voci sul “Fatto del giorno” di Monica Setta, arriva questa indiscrezione che riguarda un prgramma di punta come “Porta a porta”.

Tutta l’informazione sembrerebbe essere in bilico nella Rai della prossima stagione: “L’ultima parola” di Gianluigi Paragone è a rischio chiusura, mentre il talk show di Maurizio Belpietro sembra che non si farà proprio.

Il dg Rai, Mauro Masi, nasconde le sue carte, eppure tra una settimana la Sipra, la concessionaria di pubblicità Rai dovrà vendere i programmi agli inserzionisti: è in ballo una torta da 1,5 miliardi di euro. Martedì 8 giugno è prevista la votazione dei palinsesti, ma alcuni consiglieri Rai vorrebbero far slittare la data, perché il dossier (80 cartelle) è stato consegnato solo la sera di venerdì 4 giugno e ci sono troppe caselle generiche.

Non si capisce, o forse lo si capisce troppo, il senso di quella che si configura come una mega purga staliniana che vede in Masi il Beria di Berlusconi: ridurre comunque l’informaziuone, che dà fastidio sempre, anche se di destra, colpendo, grazie all’alchimia dei dati Auditel, a sinistra come a destra, specie se la destra è rappresentata da mezzi infedeli come Belpietro, che non ha molte ragioni di recente gratitudine per il Capo, e Paragone, il cui riferimento ideologico è in Padania.

Che vengano toccati anche i comici non sorprende, perché Berlusconi, mago della tv e della comunicazione, sa bene che il ridicolo fa ancor più male di una notizia sgradita: Che venga toccato Vespa sorprende un po’ di più. Vespa è sempre stato un leale dipendente della Rai, al punto di essere demonizzato e messo alla berlina quando onestamente indicò nella Democrazia cristiana l’allora azionista di riferimento della Rai cui andava la sua obbedienza (provate a scrivere qualcosa di sgradito al padrone in quei giornali che lo attaccarono e vedrete cosa vi capita). Forse però di questi tempi la lealtà è troppo poco e Vespa, che è uno dei più bravi giornalisti italiani e lo si deve riconoscere anche se lo si detesta, non può garantire un’obbedienza militare come forse in futuro sarà più gradita.

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Lorenzo Briotti