ROMA – Diciotto telefonate per”‘bloccare” Annozero. La bufera delle intercettazioni del caso Rai-Agcom, scoppiato a marzo 2010 con la pubblicazione dei primi stralci, e il braccio di ferro con Michele Santoro è stato uno dei capitoli più spinosi della gestione dell’ex dg Rai Mauro Masi a Viale Mazzini. Ma ha sollevato polemiche anche sull’indipendenza dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, fino alle dimissioni del commissario Giancarlo Innocenzi, arrivate il 24 giugno dello scorso anno.
”Questa volta nessun editto bulgaro ci fermerà”, tuonava Michele Santoro il 18 marzo sul divano rosso di Serena Dandini a Parla con me. Si era nel pieno del caos intercettazioni e solo due giorni prima il conduttore di Annozero aveva parlato per due ore davanti ai pubblici ministeri di Trani delle presunte pressioni per fermare il suo programma. Il 26 marzo, in un clima da stadio al Paladozza di Bologna, nel corso di Raiperunanotte Santoro avrebbe “messo in scena” con le voci di attori i colloqui di Berlusconi, Innocenzi e Masi facendo “prendere corpo” al disegno di chiudere il programma di Rai2.
Intanto il vertice dell’azienda non stava a guardare: il 24 marzo Viale Mazzini annunciò l’intenzione di chiedere alla procura di Trani gli atti dell’inchiesta Rai-Agcom, ma anche di non avviare nessun audit su Masi che, forte del sostegno della maggioranza, ribadì la volontà di ”andare avanti”: ”Per me contano gli atti e i fatti aziendali. Mi sono sempre comportato nel pieno rispetto delle regole. Ho mandato in onda tutte le trasmissioni cercando soltanto di garantire la loro conformita’ alle normative vigenti”.
Il 18 maggio il colpo di scena, con l’annuncio dell’accordo consensuale tra Santoro e l’azienda al quale mancava solo la firma. Una firma che non sarebbe arrivata mai. A fine luglio il Cda stabilì che dal 23 settembre Annozero sarebbe stato ancora in palinsesto. Si preparava una nuova stagione di battaglie e polemiche: nell’anteprima della prima puntata, Santoro pronunciò il celebre “vaffa…nbicchiere”.
Tre settimane dopo, la decisione del dg di sospendere il giornalista. Nella puntata successiva, la contromossa del conduttore: il ricorso al collegio arbitrale per ottenere l’immediata sospensione della sanzione. Lo scontro avrebbe toccato il culmine nel botta e risposta in diretta nella puntata del 27 gennaio scorso, quando Masi chiamò Annozero per “dissociarsi” in diretta dalla puntata sul caso Ruby e il conduttore gli rispose a brutto muso.
L’ultima frecciata il 28 aprile scorso, quando Santoro ha annunciato al pubblico l’addio di Masi alla Rai facendo ”un forte, fortissimo, ancora più forte in bocca a lupo” alla Consap, di cui l’ex dg Rai è diventato amministratore delegato. A giugno, poi, sarebbe arrivato il divorzio tra lo stesso giornalista e la tv pubblica. .