Il direttore di Rai Tre, Paolo Ruffini, potrebbe essere sostituito in tempi brevi. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, infatti, il direttore generale della Rai, Mauro Masi, avrebbe contattato telefonicamente lo stesso Ruffini per informarlo della decisione e la data più probabile per il “siluramento” potrebbe essere mercoledì 11 novembre quando in Rai è in programma un nuovo Consiglio d’Amministrazione.
Della sostituzione di Ruffini, in realtà, si parla da mesi nonostante i risultati in termini di share della rete siano ottimi: una media del 14% in prima serata, pur avendo a disposizione un budget relativamente modesto.
Scontato il sì dei consiglieri della maggioranza alla decisione di Masi, mentre l’adesione di quelli del centrosinistra, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten è decisamente meno certa.
A Ruffini, per compensazione, andrebbe la direzione di RaiNews 24, un’offerta che viene da alcuni giudicata ingenerosa: ad essa sarebbe preferiribile il vertice di Rai Cinema.
Per la direzione di Rai Tre le candidature sono due: Antonio Di Bella, ex direttore del Tg3 (sostituito da Bianca Berlinguer), e Giovanni Minoli attuale direttore di RaiEducational.
La terza rete è da mesi al centro del dibattito politico, soprattutto dopo che, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha definito «ostili» alcune delle trasmissioni di punta del canale come “Ballarò” di Giovanni Floris, “Report” di Milena Gabbanelli e “Che tempo che fa” di Fabio Fazio. Un’ostilità che non ha impedito a Berlusconi, qualche settimana fa, di intervenire in diretta telefonica nel programma di Floris.
Intervistato dal quotidiano La Repubblica, il direttore Ruffini racconta la sua esperienza sul “filo del rasoio”: «”Ogni settimana c’è un collega giornalista che mi dice: “è ufficiale, lo so per certo, il prossimo consiglio ti fanno fuori”. È un po’ come il “ricordati che devi morire”. Diciamo che è un bell’esercizio di resistenza. Da una parte cerco di non pensarci, di lavorare come sempre. E dall’altra mi domando: perché?».
La motivazione, per Ruffini è semplice: «il presidente del Consiglio non apprezza molti dei nostri programmi. Ha telefonato in diretta anche a Ballarò per ripeterlo. Rai3 non gli piace. In pratica la mia colpa sarebbe aver fatto nascere prima e tutelato poi programmi come Ballarò con Floris, Che tempo che fa con Fazio, Parla con me con la Dandini, Presa diretta con Iacona, le Storie con Augias, Glob con Bertolino. O di aver portato in prima serata e fatto diventare un pilastro di Rai3 Milena Gabanelli e le inchieste di Report».
Licenziamento o meno, Ruffini è soddisfatto dei risultati della Rete: «Pochi soldi, meno, molti meno di tutte le altre reti, un rapporto costo ascolto che ha dell’incredibile per chi conosce la tv. Poche fanfare e molto lavoro di squadra. Poche dichiarazioni e la difesa della autonomia e della storia di Rai3. In questi anni siamo l’unica rete Rai a non aver perso ascolti rispetto al moltiplicarsi di numero e alla crescita di ascolto degli altri canali. Senza cedere alla deriva trash. Portando i libri e la cultura in prima serata. Senza le partite di Champions league. Senza film o fiction milionarie. Portando pubblicità pregiata su programmi di qualità».