ROMA – ”Nulla poteva motivare, se non un cieco razzismo persecutorio, la espulsione decretata dal fascismo degli ebrei e delle loro Comunità dal consorzio civile italiano”, ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando al Quirinale la Giornata della memoria. Il Capo dello Stato ha ricordato il contributo che gli ebrei diedero all’Unità d’Italia come ”patrioti risorgimentali”.
Ricordando la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, Giorgio Napolitano ha chiesto ”attenzione, vigilanza e pronte reazioni, dovunque quel germe dell’intolleranza si manifesti, in qualsiasi forma, anche in paesi che si sono dati dichiarazioni di principi e Costituzioni democratiche”.
Non basta affermare i principi una volta per tutte, ha detto il presidente della Repubblica, bisogna farli vivere, richiamarli sempre ”perché siano pienamente rispettati”. Un messaggio indirizzato in particolare ai ragazzi presenti al Salone dei Corazzieri del Quirinale, premiati per le loro ricerche sulla Shoah. ”In voi e nelle vostre generazioni – ha affermato – noi riponiamo la nostra fiducia in un futuro libero dagli spettri e dalle insidie del razzismo, dell’antisemitismo, dell’intolleranza”.
”Conta sapere e ricordare non solo cosa accadde ma come ci si arrivò”, ha sottolineato il capo dello Stato. ”Come si arrivò a tanto? Per l’estrema, criminale degenerazione del totalitarismo nazista, e orrende degenerazioni conobbe anche l’altro totalitarismo del Novecento, quello sovietico. Ma dobbiamo sapere che il primo seme avvelenato, il primo germe distruttivo è quello dell’intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione ed odio del diverso e dello straniero, come è stato rievocato qui. Ci fu la persecuzione anche contro i Rom e i Sinti”. Dunque, ricordare il passato per trarne insegnamento non solo per il futuro ma anche per ciò che avviene ai nostri giorni.
Giorgio Napolitano, celebrando al Quirinale la Giornata della Memoria, ha ricordato con accenti commossi Tullia Zevi, ex presidente delle Comunità ebraiche italiane scomparsa nei giorni scorsi. In base alle sue convinzioni, ha detto, quelle ”che motivarono gli ebrei patrioti risorgimentali, credo che a quella schiera avrebbe ben potuto appartenere e potrebbe idealmente ben affiancarsi Tullia Zevi, con la sua personalità, la sua storia, il suo impegno”. Valgano queste mie parole come omaggio alla cara e grande amica che abbiamo perdute e che non dimenticheremo”, ha detto con la voce incrinata dall’emozione, con parole sottolineato con un applauso. Anche Renzo Gattegna, presidente delle Comunità ebraiche italiane, ha ricordato con commozione Tullia Zevi. ”Sentiamo il vuoto da lei lasciato”, ha detto.