Referendum anti-porcellum: oltre 500 mila firme

ROMA, 26 SET – Il raggiungimento delle 500 mila firme per il referendum anti-porcellum, spinge i partiti a riaprire il dossier della riforma elettorale. Ma per procedere alla riforma si deve comporre un difficile puzzle: i tre Poli, infatti, mirano ciascuno a un sistema elettorale diverso da quelli degli altri due e devono trovare i numeri necessari in Parlamento per farlo approvare. Ragion per cui il tema della riforma elettorale si intreccia sempre di piu' con quello delle alleanze.

Ma il referendum ha anche l'effetto di far aumentare le quotazioni del voto anticipato. Che il referendum possa condurre ad elezioni in primavera lo ha subito rilevato Roberto Formigoni. Parte del Pdl preferisce infatti andare alle urne con il ''porcellum''( con le sue liste bloccate), piuttosto che veder tornare il ''mattarellum'' sulle ali di un successo del referendum a giugno. Le elezioni vengono date per imminenti anche dal presidente della Camera : ''Non passera' molto tempo prima che si torni alle urne'', e' la previsione di Gianfranco Fini.

Bisogna dunque intervenire in fretta. Il ministro Franco Frattini, cosi' come nei giorni scorsi Angelino Alfano, invita a dare ''priorita''' alla riforma elettorale, in modo da disinnescare l'arma referendaria e permettere al governo Berlusconi di andare avanti. Un' esortazione rivolta in primo luogo a Denis Verdini, che ha avuto l'incarico di presentare la proposta del Pdl. L'obiettivo dei referendari di Arturo Parisi e' quello di superare il ''porcellum'' e tornare al precedente modello, con i collegi uninominali. L'ex ministro ha esortato i cittadini a fare un ultimo sforzo, fino a raggiungere le 700.000 firme, non solo per ''mettere in sicurezza'' il referendum sul versante dell'autenticazione delle firme, ma per dargli piu' peso: nel caso in cui in Parlamento si volesse procedere ad una riforma, sostengono i referendari, se le firme raccolte fossero molte sarebbe difficile abbandonare il maggioritario in favore di quel sistema proporzionale alla tedesca che piace all'Udc e alla parte del Pd che fa capo a Massimo D'Alema, che crede in una alleanza con i centristi.

Uno stop al sistema tedesco o al ritorno alle preferenze lo ha dato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che ha dato ''un si e un no'': ''Si' – ha spiegato – al mantenimento del bipolarismo, no alle preferenze''.

Published by
luiss_smorgana