ROMA, 14 GIU – ”Basta sberle, lo dico anch’io, ma bisogna anche vedere da chi sono venute, perché secondo me ne abbiamo prese tante anche per colpa della Lega”. Lo ha detto il ministro dei beni culturali Giancarlo Galan a margine della presentazione oggi dell’accordo con il world digital library.
Sui referendum, commenta Galan, ”ancora una volta non abbiamo fatto la cosa giusta, dovevamo discutere di più”. In questo, aggiunge il ministro dei beni culturali, ”si giudica anche il comportamento di qualcuno che cambia la sua posizione in base ai sondaggi”. Il riferimento, spiega, ”è a qualcuno che quando era ministro era per la privatizzazione dell’acqua, poi ha votato diversamente”. Zaia? ”per esempio – dice Galan – ma sono tanti”. Poi aggiunge: ”Io non faccio un riferimento specifico ma la politica dovrebbe avere una valenza un po’ superiore, il Pd ha votato contro e adesso sta cercando il modo, perché si rende conto che non si puo’ dare in mano alle municipalizzate un patrimonio cosi importante come l’acqua”.
”Berlusconi torni ad essere quello che era nel ’94 e faccia quello che aveva promesso e non ha potuto fare, non per colpa sua”, ha aggiunto Galan, a margine della presentazione dell’accordo con la World Digital Library. Il premier, sottolinea Galan, ”si liberi dai condizionamenti che gli hanno impedito di occuparsi della gente e realizzi le cose che aveva promesso”.
Secondo Galan il fattore emotività ha giocato un ruolo importante nel voto ai referendum, e soprattutto per il quesito sull’acqua ”si doveva parlare di più, spiegare”. Lo strumento referendario, premette il ministro, ”e’ uno strumento di assoluta democrazia e libertà che ha vantaggi e svantaggi. I vantaggi sono quelli di permettere alla gente di esprimersi su alcune grandi materie. Lo svantaggio è che il fattore emotività gioca un ruolo decisivo come ha giocato un ruolo decisivo in questo caso, soprattutto per il quesito sul nucleare”.
Il quesito sull’acqua poi, aggiunge il ministro, ”e’ stato propinato – e qui l’errore di non discutere – come un diritto ad avere l’acqua mentre invece il problema e’ assai piu’ complesso, con il quale si tratta veramente di mettere l’acqua a disposizione della gente. Che mi importa se l’acquedotto e’ in mano ai poteri locali o in mano a un privato, tanto le tariffe sono pubbliche! Il problema – conclude – e’ non avere acquedotti che perdono il 40 per cento dell’acqua”.