Referendum nucleare: governo ricorre alla Consulta

ROMA, 03 GIU – Nuovo tentativo del governo di affossare il referendum: mentre Silvio Berlusconi definisce “inutili” i referendum, l’esecutivo ricorre alla Corte Costituzionale. Il governo, infatti, il primo giugno, con una lettera firmata da Gianni Letta, ha chiesto all’Avvocatura generale dello Stato, di “intervenire” all’udienza della Corte costituzionale sull’ammissibilità del nuovo quesito sul nucleare dopo il via libera dato dall’Ufficio per il referendum della Cassazione. Con il mandato chiarissimo di “evidenziare l’inammissibilità della consultazione”.

L’avvocatura dello Stato ha dunque presentato alla Consulta una memoria in cui si dice che la Corte Costituzionale il prossimo 7 giugno dovrebbe ritenere inammissibile la richiesta di referendum, come e’ stata formulata nella recente ordinanza della Corte di Cassazione, perche’ a quest’ultima spetta solo una verifica formale dei requisiti e non anche ulteriori valutazioni ”sostanziali”.

Con il varo del dl ‘Omnibus’, si sottolinea in particolare, il Governo non ha fatto una modifica meramente ”formale”, ma una ”innegabile e sostanziale diversita’ di scelta” rispetto alle norme sul nucleare sulle quali era stato chiesto il referendum. Per questo, gli elettori, il 12 e 13 giugno, si troveranno a votare un quesito ”del tutto difforme rispetto a quello in base al quale sono state raccolte le sottoscrizioni necessarie allo svolgimento del referendum”. Vi e’ dunque ”ben di piu’ rispetto a quelle modifiche formali o di dettagglio” su cui la Cassazione si sarebbe potuta esprimere.

Con la decisione della Cassazione, inoltre, secondo l’Avvocatura, e’ cambiata la natura stessa del referendum: ”che non e’ piu’ abrogativa ma propositiva, se non consultiva”. ”Poiche’, non deriva dai commi 1 e 8 dell’art.5 la possibilita’ di realizzare centrali nucleari, ne’ di dar corso ad una politica energetica fondata sul nucleare – e’ scritto nella memoria – ne consegue che cio’ che si chiede all’elettorato e’ di esprimersi sull’opportunita’ che in futuro, sulla base di nuove scelte, l’Italia adotti una strategia energetica. Cio’ pero’ non e’ previsto dal nostro ordinamento costituzionale con la conseguenza che il quesito risultante dall’ordinanza del 1 giugno dell’Ufficio Centrale per il Referendum non puo’ che ritenersi inammissibile”.

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luiss_vcontursi