Le elezioni regionali di marzo continuano a tenere alta l’attenzione dei partiti. Tra chi, come l’Udc, si prefigura sempre di più come l’ago della bilancia, chi litiga per fare il candidato, chi minaccia di mollare il partito se viene scelto un nome invece che un altro.
Questo, ad esempio, è il caso della teodem Paola Binetti che se ha finora resistito nel Pd, anche dopo l’elezione di Pier Luigi Bersani a segretario, promette una defezione proprio prima delle elezioni regionali.
«Un sostegno del Pd alla candidatura di Emma Bonino – dice la teodem in un’intervista a “Liberal”- sicuramente sarebbe per me una ragione forte per andare via».
E, secondo quanto dice la stessa Binetti, l’appoggio del Pd alla candidatura della Bonino nel Lazio causerebbe, all’interno del partito, «una vera e propria emorragia».
«Pensiamo davvero che la componente popolare, ad esempio – domanda Binetti – potrebbe mai far accettare al proprio elettorato la candidatura di un personaggio dal profilo senza dubbio internazionale, forte, ma anche così scolpito da essere in antitesi con tutta una serie di valori? Diciamo che la leader radicale ha deciso di lanciare una forte provocazione, che probabilmente sarà chiarificatrice rispetto a quello che il Pd vuole veramente essere».
Sostenere la Bonino «con tutto il rispetto per la persona», aggiunge la parlamentare cattolica, «vuol dire consegnare il Lazio alla Polverini, vuol dire aver deciso che si è già perso, magari con onore, ma senza possibilità». Peraltro nella conversazione con il quotidiano la Binetti arriva a ipotizzare persino un suo voto favorevole alla candidata del Pdl: «Vediamo quali saranno davvero gli altri candidati, ma potrebbe anche essere: è chiaro che il mio non sarebbe un voto alla destra, sono attratta casomai da politiche di centro».
«La leader radicale ha condotto battaglie sull’aborto, sulle coppie di fatto, con disegni di legge sull’eutanasia – conclude Binetti – come può un elettorato cattolico sostenere una linea di questo tipo? Comincio a credere che se si arrivasse a una scelta chiarificatrice come il sostegno del Pd alla Bonino, si dovrà davvero vedere cosa possa fare il grande Centro a cui lavorano Casini e Rutelli».