Secondo Roberto Formigoni la sua candidatura a governatore della Lombardia non è stata aiutata dal decreto salva-liste. «La mia candidatura – spiega il presidente della Regione – non è stata recuperata grazie ad una leggina».
In un’intervista pubblicata da La Repubblica, Formigoni precisa che il decreto legge varato dal governo non era necessario alla sua lista e avverte che, il giorno dopo le elezioni ci sarà modo di tornare sulla questione, «in modo sereno e pacato».
Quanto alle parole del leader della Lega, Umberto Bossi, che ha parlato di irregolarità della lista lombarda, Formigoni dice che si è trattato dello «sfogo di un istante» e quando viene messo in dubbio il diritto della coalizione di presentarsi alle elezioni, «ci può anche stare».
Il governatore rovescia la questione e chiede che ci si scusi con i militanti e gli elettori che «sono stati sottoposti a sgradevoli sberleffi che hanno fatto credere loro per cinque giorni che il 28 marzo non avrebbero potuto votare».
Formigoni poi definisce «barbarie» gli attacchi a Giorgio Napolitano e definisce le regole per la presentazione delle liste «troppo farraginose». Il presidente della Regione, infine, chiede che i partiti rappresentati nel Parlamento e nei consigli regionali facciano a meno di sottoporsi alla raccolta delle firme.