L’avvicinarsi della data del primo luglio, quando il Tar del Piemonte dovrebbe pronunciarsi sui ricorsi presentati sulle modalita’ di presentazione di alcune liste collegate al governatore Roberto Cota, scalda il clima politico piemontese. La prossima settimana si aprira’ con una fiaccolata di protesta del Pdl, ma piu’ delle fiammelle della manifestazione il fuoco sembra gia’ adesso acceso nelle polemiche a distanza tra i due schieramenti.
Il presidente Cota si dice convinto che se la sentenza del Tar dovesse di fatto spodestarlo “sarebbe un colpo di Stato”. Il governatore afferma che le le contestazioni all’origine dei ricorsi non lo preoccupano. A preoccuparlo e’ invece l’ipotesi che dietro ai ricorsi ci sia ”una manovra orchestrata per rifare le elezioni”, con la ex presidente Mercedes Bresso, che aveva prima firmato i ricorsi e poi ritirato la sua firma in coincidenza con il via libera per il suo ruolo di presidente del Comitato delle regioni in sede Ue, che ”dà interviste a raffica, in cui si dice certa che il Tar annullerà tutto entro luglio. Come se lei avesse parlato con i giudici o fosse in camera di consiglio con loro”.
Bresso replica a stretto giro affermando di non aver parlato con nessun magistrato ”né ovviamente partecipo alle camere di consiglio”, ha detto imputando all’ex avversario elettorale ”un livello di agitazione e nervosismo fuori da ogni controllo”. Anche per il capogruppo regionale del Pd Aldo Reschigna, i ricorsi al Tar, “stanno diventando una vera e propria ossessione per il presidente Cota”, mentre il segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando lancia l’allarme proprio sulla fiaccolata del Pdl, ipotizzando che possa trasformarsi in ”un’iniziativa volta a intimidire la magistratura”.
Ed anche per il presidente regionale Udc Teresio Delfino, la fiaccolata e’ ”un’autentica invasione di campo ed un rozzo tentativo di delegittimare i giudici amministrativi”.
