
BARI – Il miracolo dei 220 precari della Regione Puglia stabilizzati e assunti grazie ad un emendamento alla legge di Stabilità, ci costerà la bellezza di 6 milioni di euro l’anno. Un’operazione della quale Nichi Vendola è fiero ma che solleva molti dubbi e perplessità se si considera che a creare il problema è stata la sua stessa amministrazione.
Racconta la Gazzetta del Mezzogiorno che ne dà notizia:
Era tutto già scritto fin dal 2006, quando la prima giunta Vendola varò negli assessorati il sistema delle short-list: una fabbrica di precari che ha accontentato a piene mani destra e sinistra. E infatti nelle liste c’è di tutto: da esponenti delle «Fabbriche di Nichi» a parenti di sindacalisti, dirigenti ed ex assessori regionali. Una bella parentopoli. Che grazie a una normetta di 20 righe (presentata dai deputati pd Dario Ginefra e Antonio Decaro) permetterà alla Puglia di procedere «alla stabilizzazione a domanda» dei precari. Non di tutti: ne resteranno fuori circa 40-50, gli ultimi arrivati che non hanno raggiunto i tre anni di purgatorio e quelli che non sono stati prorogati in deroga grazie alla firma compiacente dei sindacati.
In venti righe i deputati Pd, Dario Ginefra e Antonio Decaro, hanno ipotecato una miniera d’oro per quell’esercito di impiegati e funzionari assunti a partire dal 2006 con contratti a termine finora regolarmente rinnovati. Entro un anno per loro sarà bandito un concorso riservato, giusto in tempo per le prossime elezioni.
“Un’infornata alla pugliese”, l’ha definita il Giornale. “Una marchetta”, secondo Renato Brunetta, forse ignaro che ad usufruire del giochino delle liste sono stati anche esponenti del suo stesso partito.
