Regioni scrivono a Draghi (nella foto Ansa): "Coprifuoco alle 23 e ristoranti al chiuso. Troppo 70% in presenza a scuola"
Regioni scrivono a Draghi: “Coprifuoco alle 23 e ristoranti al chiuso. Troppo il 70% in presenza a scuola”. Dopo l‘astensione dal voto da parte della Lega al Consiglio dei Ministri, proseguono le tensioni nel Governo, che questa volta è alle prese con l’ira dei governatori. Le Regioni chiedono a gran voce di posticipare il coprifuoco alle 23 e una deroga ai servizi di ristorazione, affinché siano permessi sia al chiuso che all’esterno per le ore di pranzo e cena.
E c’è anche un altro argomento di scontro. Il Governo ha alzato la percentuale sulla presenza in classe dei ragazzi delle superiori in zona gialla e arancione al 70% rispetto al 60% inizialmente concordato. Questo elemento ha portato i presidenti ad esprimere “amarezza” nella lettera indirizzata al premier, con la richiesta di “un incontro urgente prima della pubblicazione del provvedimento”.
Da Palazzo Chigi però finora non è arrivato alcun segnale sul coprifuoco alle 23 e sui ristoranti aperti anche al chiuso, anche se il testo finale del decreto ancora non c’è. L’auspicio delle Regioni è quello di poter incassare almeno un “tagliando” del decreto entro la metà di maggio, se i numeri dei contagi lo permetteranno.
Un obiettivo garantito dallo stesso ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini, che tenta una mediazione: “Sono assolutamente certa che presto il coprifuoco sarà solo un brutto ricordo. È lo stesso decreto a dirlo, precisando che il Consiglio dei ministri potrà intervenire nelle prossime settimane, con tagliandi periodici al dl, modificando sia le regole per le riaperture che gli orari del coprifuoco”.
E sulla scuola, la ministra chiarisce: “Nel decreto ci sarà scritto il 70% ma non metteremo a rischio nessuno. Se non sarà possibile assicurare queste quote regioni ed enti locali potranno derogare. Stiamo lavorando per trovare la quadra”.
Non solo studenti e ristoratori. Sul tavolo delle richieste delle Regioni c’è anche anche la programmazione di riaperture del settore del wedding. Si chiede anche la riapertura delle piscine al chiuso e la ripresa degli allenamenti individuali nelle palestre già da lunedì 26 aprile.
Il egretario della Lega Matteo Salvini, resta intanto sulle barricate e pur rinnovando “lealtà” a Draghi incalza: “Il Governo ha disatteso l’accordo raggiunto con gli enti locali, mettendo in difficoltà presidi, sindaci e studenti”.
Il leader del Carroccio continua a puntare i piedi anche contro il provvedimento del coprifuoco alle 22 spiegando che a suo modo di vedere “i dati scientifici dicono che si può riaprire”.
Le nuove aperture di lunedì sono già state annunciate con certezza da alcune regioni con dati in netto miglioramento, come Lazio e Liguria. Ma stando ai dati attuali, dovrebbero avere lo stesso colore anche Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria e Veneto. Gialle anche le province di Trento e Bolzano che hanno un Rt nel valore inferiore sotto l’1 e un rischio basso o moderato, compatibile quindi con uno “scenario 1”.
In zona arancione resterebbero invece Calabria, Sicilia, Basilicata, Campania e Toscana, che hanno un Rt vicino a 1 e un’incidenza sopra 200. A rischiare di restare fuori – e quindi in zona rossa – sono Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta, per le quali, qualsiasi siano gli sviluppi sul decreto, almeno prima di maggio potrebbe non cambiare nulla.
Nel video dell’Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev le parole di Salvini sul coprifuoco.