ROMA – Renzi-Berlusconi: ore 18, incontro decisivo sulla legge elettorale. Oggi alle 18 l’incontro decisivo: Renzi e Berlusconi, faccia a faccia, verificheranno se il Patto del Nazareno sta ancora in piedi. Dopo le schermaglie delle ultime ore (ieri la tensione FI-Pd era salita fin quasi all’annullamento del vertice) i due leader si concedono un ultimo tavolo di trattativa.
Renzi, lo ha ribadito a Porta a Porta ieri sera, vuole correre sulla legge elettorale, un tour de force del Parlamento (“lavorino il sabato e la domenica”) per approvare la legge elettorale entro l’anno e la modifica costituzionale entro gennaio. Solo modo, peraltro, per compiacere il presidente della Repubblica evitando inutili pronostici sulle sue ventilate dimissioni.
Berlusconi, che sembra aver ricompattato un partito preoccupato di non ottenere nulla in cambio, accetterà il premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, ma tenterà di alzare l’asticella della soglia di sbarramento al 5% (contro il 3% minacciato da Renzi per accontentare i partiti minori). Questo sarà il punto di maggior frizione anche se resta il nodo delle rassicurazioni del premier per scongiurare le elezioni anticipate.
Matteo Renzi sta giocando l’ennesima partita ad altissimo rischio. Certo, sa di poter fare affidamento, come sempre, su Napolitano, che non lega il suo mandato alla scadenza della presidenza italiana del semestre europeo, e ha fatto sapere a qualche vecchio amico che potrebbe accompagnare la legge elettorale fino a febbraio per poi lasciare a marzo, se veramente questa riforma fosse approvata definitivamente alla Camera. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
Il ruolo del Capo dello Stato, la minaccia di elezioni anticipate. Napolitano è pienamente in carica e pronto ad assumere tutte le prerogative che gli competono, scioglimento delle camere non escluso. Per i renziani si tratta di una sponda al premier del Capo dello Stato: anche a Porta a Porta Renzi non ha smentito categoricamente il voto anticipato come nei giorni scorsi: la partita è difficile, c’è il rischio che Berlusconi (nonostante il via libera alla trattativa di ieri approvato all’unanimità) non controlli più i suoi, ci sono le turbolenze interne al suo partito. Per un Parlamento ingestibile l’elezione del nuovo Capo dello Stato sarebbe un’impresa.