ROMA – Avanti sul programma di governo: si arriva al 2018. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi blinda la maggioranza nell’affollato vertice di lunedì sera a Palazzo Chigi, ribadendo l’orizzonte di legislatura dell’azione del suo esecutivo. E chiude l’accordo sulle modifiche all’Italicum: apertura alle preferenze e soglia di sbarramento al 3%. Da approvare entro febbraio.
Nel corso del vertice, durato circa tre ore, Renzi ha proposto un accordo in quattro punti, chiedendo agli alleati della maggioranza di sottoscrivere un cronoprogramma nel quale sono inclusi la legge elettorale, jobs act, riforma costituzionale e delega fiscale.
L’incontro si è concluso con un documento siglato da tutti i capigruppo. L’obiettivo è approvare in tempi brevi la legge di Stabilità e portare l’Italicum in Aula al Senato entro la fine dell’anno, ha sottolineato Renzi. Per poi incardinarla alla Camera a febbraio 2015. Il premier avrebbe aperto alle richieste degli alleati con soglie di sbarramento al 3% e preferenze con capilista bloccati mentre sarebbe fissato al 40% il premio di maggioranza.
“La maggioranza condivide l’impianto dell’Italicum – si legge nel documento – prevedendo l’innalzamento della soglia ai fini del successo al primo turno. Al di sotto del 40% si svolgerà il turno di ballottaggio. Il premio di maggioranza assegnerà 340 deputati alla lista vincitrice.
I candidati saranno scelti con il metodo delle preferenze, a eccezione dei capilista individuati dalle forze politiche per ciascuna delle circoscrizioni che saranno almeno 75 e non più di 100. I capilista non saranno candidabili in più di dieci circoscrizioni”.
Il Jobs Act, comunque, entrerà in vigore il primo gennaio dell’anno prossimo. La riforma costituzionale, invece sarà calendarizzata alla Camera il 10 dicembre e approvata entro gennaio. L’impegno scritto nero su bianco è che si andrà alle elezioni soltanto dopo il referendum sulle riforme costituzionali.
Secondo diverse fonti, Renzi ha voluto “scuotere l’albero del patto del Nazareno” con il rito del vertice anche per fare pressione su Berlusconi, Martedì si riunirà il comitato di presidenza di Forza Italia: la trattativa è alla stretta finale e fonti di governo sono convinte che Berlusconi sia pronto a dire sì a Renzi.
Anche per questo, per chiudere la partita politica incassando il mandato del suo partito, il premier riunirà mercoledì sera la direzione del Pd. Per allora confida di avere una risposta di Berlusconi sulla legge elettorale.
Sarà quella l’occasione di fare un punto politico più complessivo, a un crocevia particolarmente delicato della legislatura, vista l’agenda parlamentare ma anche l’avvicinarsi del momento delle dimissioni del presidente della Repubblica e l’aprirsi di una difficile partita per la successione al Colle. In quella riunione si assumeranno “determinazioni”, ovvero il segretario chiederà un mandato politico sull’Italicum e sulla riforma costituzionale che è all’esame della Camera, ma anche sul Jobs act e la legge di stabilità, due provvedimenti sui quali la minoranza dem è molto combattiva.