ROMA – Matteo Renzi difende le Unioni Civili: “Ho giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo”. Parole, quelle del premier, che arrivano durante un’intervista per la trasmissione di Bruno Vespa Porta a Porta. Secondo Renzi “l’atteggiamento negativo di parte della gerarchia e di parte del mondo cattolico era ovviamente atteso. Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. Ma ho rispetto di tutti e conoscendo il mio mondo sapevo che le polemiche ci sarebbero state. E’ assolutamente rispettabile che ci sia chi non è d’accordo”.
E in serata arriva anche l’intervista di Angelino Alfano. Il leader Ncd, che al Corriere della Sera parla di “rischio altissimo” nel caso venga fatto il referendum e di “patto con Renzi” per non far approvare le adozioni gay né oggi, né domani:
“[l referendum] lo avrei sostenuto e promosso qualora ci fossero state le adozioni, sconvolgendo così il nostro ordinamento e l’impianto stesso della nostra società. Invece, con questa legge, un’eventuale sconfitta del fronte referendario spalancherebbe la strada ai vincitori per andare ben oltre, chiedendo adozioni ed eguaglianza formale delle unioni civili ai matrimoni. Un’operazione a rischio altissimo. Con i sondaggi che danno oltre il 60% di italiani favorevoli al riconoscimento dei diritti civili e patrimoniali, significa volere giocare d’azzardo con la famiglia”.
Matteo Renzi, sempre da Vespa spiega che non ci sono le condizioni per poter parlare ora di stepchild adoption. Ancora Alfano sul Corriere:
“Abbiamo detto di no alle adozioni per l’oggi e per domani: fa parte di un patto con Renzi e con il governo. Per noi, non può rientrare dalla finestra ciò che abbiamo tenuto fuori dalla porta. Ribadiamo che un bambino o una bambina hanno bisogno di un papà e di una mamma. E visto che due persone dello stesso sesso non possono procreare per natura, se sono due uomini dovrebbero prendere un figlio procreato o fatto procreare da una donna. Noi siamo assolutamente contrari alla pratica dell’utero in affitto, il mezzo al quale ricorrerebbero inevitabilmente le coppie maschili. Abbiamo ribadito chiaramente in Parlamento e nel Paese che consideriamo quel metodo un turpe mercimonio che merita di essere considerato reato universale punibile in Italia anche quando venga commesso all’estero. Impediremo in ogni modo che si metta la targhetta del prezzo sul ventre di una donna”.
Tornando all’intervista di Renzi a Porta a Porta, per gran parte si parla dei rapporti tra politica e magistratura. Il premier parte della cronaca, e dall’avviso di garanzia al sindaco di Parma Federico Pizzarotti (Movimento 5 Stelle)
“Ha preso un avviso di garanzia oggi il sindaco di Parma. Non parlo di Pizzarotti o Nogarin per strumentalizzare, ma per dire che un avviso di garanzia non è una sentenza di condanna”.
Secondo Renzi, infatti, l’avviso di garanzia “non rileva ai fini della valutazione se rimanere o no al proprio posto: rivendico con grande tranquillità che il mio governo per primo lo ha teorizzato in Parlamento. Per anni c’è stata la strumentalizzazione dell’avviso di garanzia anche da parte del centrosinistra che secondo me ha sbagliato”.
Quello che serve, ha aggiunto il premier, “è giustizia e non giustizialismo, serve un sistema di garanzia: se arriva un avviso di garanzia, tutti dobbiamo ricordare che si è innocenti fino a sentenza passata in giudicato. Tutto qui il resto è una discussione autoreferenziale a cui non partecipo”.
Quanto alle esternazioni e alle pubbliche prese di posizioni politiche da parte dei magistrati Renzi è chiaro:
“Io mi fido dei giudici italiani, i giudici possono dire la loro su tutto non solo sulla riforma ma credo che il punto chiave del rapporto politica-giustizia sia di arrivare finalmente ad un limite che è stato superato in passato, più per responsabilità della politica, cioè di considerare l’avviso di garanzia una sentenza”.
Il premier ha poi parlato dell’anticipo pensionistico:
“L’anticipo pensionistico si chiama Ape: ci stiamo lavorando. Stiamo studiano un meccanismo sapendo che ci sono i vincoli di Bruxelles e sulle leggi bisogna essere credibili. Il meccanismo deve prevedere che per andare in pensione devi essere disposto a rinunciare a una piccola percentuale l’anno, che vada dall’1 al 3%: solo per quelli che son messi male, hanno pensione bassa e hanno 55 anni puoi togliere l’1%, per gli altri magari puoi arrivare al 4%”.
Poi aggiunge:
“Il problema è che in Italia ci sono state delle autentiche vergogne: fino agli anni ’80 c’erano le pensioni baby, poi si è iniziato a dire che bisognava andare in pensione un po’ più tardi. Il principio che ha portato a aumentare l’età pensionabile non è sbagliato, ma il modo in cui è stato fatto ha portato una fascia di pensionati, nati tra il 1951 e il ’55 ad aspettare i 66 anni, con una penalizzazione rispetto a chi è nato solo un anno prima. Magari molti son contenti di lavorare, ma c’è anche gente a cui girano le scatole”.
Renzi a Porta a Porta (Corriere Tv)