
ROMA – L’incontro con Romano Prodi appare come una astuta mossa da parte di Matteo Renzi per bruciare e comunque mettere il cappello su una candidatura dello stesso Prodi a Presidente della Repubblica. Alle ore 15 di lunedì, infatti, Prodi ha fatto il suo ingresso a palazzo Chigi. Incontro pubblico e anche altamente pubblicizzato, una prassi davvero inconsueta quando si tratta di sondare possibili candidati al Quirinale. Perché allora questa mossa da parte di Renzi? Per dare un segnale a minoranza Pd e Forza Italia. Ai primi lascia intendere che il candidato lo sceglie lui, solo poi sottoporrà quel nome agli altri.
Per Forza Italia invece il colloquio con Prodi è una provocazione: intanto perché il nome è indigeribile al centrodestra e a Berlusconi in particolare, e poi per il segnale che rappresenta. La scelta del nuovo presidente della Repubblica è in mano al Pd, non fa parte delle trattative su Italicum e Senato. Tommaso Ciriaco spiega su Repubblica:
Avranno parlato soprattutto di economia e politica internazionale, della crisi ucraina e del dossier libico, come lasciano trapelare fonti di Palazzo Chigi. Ma è chiaro che a poche settimane dall’elezione del prossimo capo dello Stato l’incontro tra il premier Matteo Renzi e Romano Prodi assume un significato diverso. Alla successione al Colle pensa immediatamente la minoranza interna al Pd. E alla partita per il nuovo presidente allude anche il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, sia pure per ridimensionare la portata del summit: «Io Prodi l’ho votato, ma non tiratelo per la giacchetta. Il Pd sceglierà un nome che poi sottoporrà agli altri partiti. Si parlerà anche con FI e M5S, come è capitato in passato».
La sinistra Pd intanto dà segno di aver colto il messaggio di Renzi, mentre Forza Italia si impermalosisce:
La sinistra dem, comunque, non nasconde la soddisfazione per l’incontro. «È un fatto positivo», ammette Stefano Fassina. «Mi auguro che si rivedano», sottolinea Francesco Boccia. Qualcuno però si spinge più avanti: «Abituati a vedere entrare a Palazzo Chigi Berlusconi — rileva Pippo Civati — non si può non registrare un cambio di passo. È un bel segnale». E anche oltre i confini del Pd c’è chi sogna Prodi al Quirinale, come Lorenzo Dellai: «È una buona notizia». Di diverso avviso invece Forza Italia («l’incontro è una provocazione verso tutto il centrodestra, sostiene Elvira Savino) e Barbara Saltamartini a nome di Ncd: «Il prossimo inquilino del Colle non sia espressione del Pd e della sinistra. In questo scenario non può rientrare Prodi».