Matteo Renzi (Ansa)
ROMA – Mai tenero con la maggioranza che pure sostiene con due ministri e un sottosegretario, Matteo Renzi contesta con vigore – e una battuta che lascia il segno – il decreto del presidente del Consiglio: non gli piace l’eccesso di prudenza sulle riaperture, ma critica lo strumento, era meglio un decreto di legge, emendabile in Parlamento, aperto alla discussione, “il dpcm è uno scandalo costituzionale“.
Sul paternalismo implicito di espressioni infelici come “i congiunti“, sostituito in tutta fretta dall’ancor più evasivo “affetti stabili”: “Mettiamo Maria De Filippi a decidere se la relazione è stabile?”.
“La libertà e il valore più grande: non siamo uno stato etico dove i vigili chiedono se la persona che stai per vedere è una fidanzata stabile o saltuaria – ha dichiarato il leader di Italia Viva a La Repubblica -.
Ma saranno fatti tuoi?
Qui siamo alla follia!
Mettiamo Maria De Filippi a decidere se la relazione è stabile?
Sta passando una visione paternalistica tipica di chi mantiene il consenso con una diretta Facebook a settimana, mettendo il naso nella vita della gente e producendo autocertificazioni”.
Il nuovo dpcm è «uno scandalo costituzionale» secondo il leader di Italia Viva, che attacca: «Ora basta, non possiamo calpestare i diritti costituzionali con un dpcm.
Trasformiamo il testo in un decreto e portiamolo in Parlamento».
Intervistato da ‘Repubblica’, Renzi afferma: “La ripartenza è lenta.
Non si rendono conto che in autunno ci sarà una carneficina di posti di lavoro. Ma in ogni caso il testo è un errore politico, economico e costituzionale.
Politico perché delega al comitato tecnico scientifico una scelta che è politica: contemperare i rischi. Lo scienziato ti dice che c’è il coronavirus, il politico decide come affrontarlo.
E se in Umbria o Alto Adige non ci sono contagi queste regioni non possono avere le stesse restrizioni della provincia di Piacenza».
Secondo Renzi, “bisogna uscire dalla logica burocratica dei codici ateco e dire: ti do la regola, metti la mascherina, stai lontano un metro, ma poi sei libero.
La libertà e il valore più grande: non siamo uno stato etico dove i vigili chiedono se la persona che stai per vedere è una fidanzata stabile o saltuaria“.
E ancora: “Il presidente del Consiglio non può impattare sulla vita delle persone al punto di definire con dpcm chi puoi vedere”.
Per il leader di Iv “sarebbe meno peggio un decreto legge: almeno ha garanzie, una discussione parlamentare, il dibattito pubblico, gli emendamenti.
Se il dpcm fosse un decreto legge presenterei un emendamento e chiederei l’appoggio del Pd, che ha la stessa sensibilità sulla difesa dei diritti fondamentali”.
“Lo dirò giovedì in aula – assicura Renzi –
Fuggire dal Parlamento è scelta di rara gravità e trova la sua base in una visione dello Stato paternalistica e irrispettosa delle libertà: non ho nulla da perdere e considero mio dovere dirlo ad alta voce”. (fonti Agi, Repubblica)