Il restauro degli Uffizi affidato a Micciché, ingegnere – coiffeur siciliano

Sandro Bondi

Anche il nome del ministro Bondi compare nell’inchiesta sullo scandalo della Protezione civile. Se ne parla in una informativa dei carabinieri alla magistratura, anche se non è chiaro il grado di coinvolgimento di Bondi, il quale, comunque, si è subito affrettato a smentire: “Non c’entro con i faccendieri”.  

Non si parla solo di Bondi, ma anche del suo capo di gabinetto, Salvo Nastasi, dei soliti della “cricca”, di contaminazioni mafiose e di Francesco Piermarini, cognato di Guido Bertolaso, il dittatore della Protezione civile:è un polpettone dai contorni un po’ confusi, ma dal quale emana un tanfo di marcio che lascia perplessi.  

Non lasci perplessi tanto l’odore di marcio, quanto il totale distacco con cui la classe politica italiana, tutta, si gira dall’altra parte. Questo, vien da dire, non è essere bi-partizan, è essere complici.  

Al  centro di questo nuovo schizzo di fango c’è un’informativa dei carabinieri del Ros contenuta negli atti depositati dalla procura di Firenze per il giudizio immediato di Angelo Balducci, Fabio de Santis, Francesco De Vito Piscicelli e dell’avvocato Guido Cerreti, la promozione di Riccardo Micciché a direttore dei lavori di restauro della Galleria degli Uffizi, a Firenze, per un valore di 29 milioni e mezzo di euro, promozione benedetta proprio da Sandro Bondi.  

Micchiché, 36 anni, già rappresentante della struttura Grandi eventi al G8 della Maddalena, che risulta essere ingegnere ma, sottolineano il Corriere della Sera e Repubblica citando le carte, con un curriculum in cui compaiono le attività di parrucchiere e di unico componente del consiglio di amministrazione di una società , la Erbe medicinali Sicilia, “specializzata nella preparazione di terreni per la coltivazione delle erbe”, viene nominato da Bondi il 22 dicembre 2009 direttore dei lavori per il restauro degli Uffizi.  

E’ Fabio de Santis, provveditore della Toscana tuttora in carcere, ad esprimere perplessità su Micciché al telefono con Enrico Bentivoglio, “responsabile unico per il procedimento” degli Uffizi, in una intercettazione i cui contenuti sono riportati dai due quotidiani. De Santis: “Micciché? Non ci posso credere”; e Bentivoglio risponde: “Ma ti rendi conto? Quando siamo andati che ci stava pure Bondi…abbiamo fatto la riunione l’altro giorno…siamo tornati in treno.. c’era pure Salvo (Nastasi, ndr.) allora stavamo un attimo da soli e ho fatto ‘Salvo ma siamo sicuri di coso qua, del siciliano?”.  

I carabinieri che ascoltano le telefonate dispongono nuove verifiche e nella relazione evidenziano: “Effettivamente Micciché non appare essere munito di una particolare esperienza per condurre la direzione dei lavori degli Uffizi”. I carabinieri sottolineano che il fratello di Micciché, Fabrizio, è responsabile tecnico della ditta Giusylenia srl, impresa “sotto il controllo di esponenti della Cosa nostra agrigentina”. 

Nella sua smentita, Bondi afferma: “Oggi alcuni quotidiani danno il meglio di sè nell’esercizio di lordare anche la mia onestà. Avrò il tempo per medicare le ferite alla mia onorabilità che, attraverso alcuni articoli, mi sono state inferte. Nel frattempo, desidero rivendicare il merito di aver proceduto al commissariamento dell’area archeologica di Pompei, dei Fori Romani, di Brera e degli Uffizi. Per quanto riguarda il Museo degli Uffizi, appena ho avuto conoscenza delle indagini della magistratura, ho revocato immediatamente il commissariamento per agevolare il lavoro della magistratura stessa, proprio perchè non ho nulla a che fare con faccende e faccendieri di cui si parla”.

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