ROMA – Per mercoledì 27 luglio ha messo in agenda un appuntamento al Quirinale, da Napolitano. Per sottoporgli la nomina del nuovo ministro della Giustizia: Francesco Nitto Palma al posto di Angelino Alfano. Il giorno prima, martedì, era stato lui a ricevere: una cordiale e amichevole visita dell’amico Lino Banfi. Che poi ha raccontato: “L’ho trovato abbattuto”. Abbattuto, stroncato, inconsolabile per “l’assegnone”, quei 564 milioni che ha dovuto pagare a Carlo De Benedetti. Non se ne fa una ragione, il pensiero crudele lo accompagna in ogni ora del giorno e, talvolta, perfino della notte. Un dolore insieme cronico e acuto che Silvio Berlusconi non nasconde, anzi lo mostra a chiunque abbia modo di parlare con lui. Come Zio Paperone, per chi ricorda il fumetto di Walt Disney. Come Zio Paperone non tanto per il deposito di dollari in cui si tuffa per rigenerarsi, quanto per la depressione che affligge il ricco di zio di Paperino ogni volta che deve spendere e pagare. Abbattuto, depresso e al terzo giorno, giovedì appunto, siccome piove sul bagnato, una piccola operazione. Lo rivela sempre Banfi: “Giovedì Berlusconi si opera al tunnel carpale”. E non è neanche la prima volta, al tunnel carpale il premier si era operato già l’anno scorso all’ospedale Humanitas di Rozzano, uno dei migliori. Ma, con il suo “tunnel” il premier è sfortunato, gli arreca fastidio in recidiva.
Ma a Lino Banfi, e non solo a lui, Silvio Berlusconi ha rivelato altro cruccio e problema. Intorno a lui il premier vede formarsi e prender corpo un “ribaltone”. Non proprio di governo ma quasi. Comunque un “ribaltone” che a Silvio Berlusconi porta pena e amarezza. “Tutti mi chiedono l’aumento. Quando hanno saputo che ero liquido, cioè che potevo pagare De Benedetti, allora anche i dipendenti, il personale di Arcore, l’autista e il maggiordomo mi hanno chiesto più soldi”. Che Berlusconi fosse “liquido” non c’era bisogno di veder “l’assegnone” per saperlo con certezza. Più probabile che “autista e maggiordomo” non siano poi pagati con stipendi stratosferici. Ma il presidente del Consiglio vive un suo personale down psicologico in cui tutto si tiene e tutto si mescola e si lega contro di lui. A spillargli soldi e a fargli dispetto. Anche politico dispetto. Infatti a Napolitano dovrebbe portare, prima ancora che il nome di Nitto Palma, una risposta alla questione sollevata ieri dal presidente della Repubblica: l’insostenibilità costituzionale, e anche di sostanza, dei Ministeri sparsi sul territorio e lottizzati per territorio. L’avviso del Quirinale Berlusconi l’ha vissuto così: “Vuole farmi litigare con Bossi”. Insomma un dispetto, anzi l’ultimo della serie che punta a demolirlo. Questo è lo stato d’animo del premier, questi i suoi crucci che elenca in ordine di importanza: “l’assegnone”, la richiesta di aumenti in busta paga da parte del personale di servizio, i “dispetti” del Colle. Sta per presentare il nuovo ministro della Giustizia e altro “dispetto” teme anche se non se lo aspetta: che qualcuno ricordi come chiamano Nitto Palma dentro il Pdl, e cioè “l’amico di Cesare Previti”.