Al ricordo di Almirante tutti i figli politici: ma manca Gianfranco Fini

Gianfranco Fini

A ricordare Giorgio Almirante ci sono tutti i suoi ‘figli’, come li chiama donna Assunta, tranne uno. Manca l’erede designato, il delfino, Gianfranco Fini. E la sua assenza aleggia nella sala dell’Auditorium di Roma gremita a tal punto che si è dovuto allestire un secondo spazio per la proiezione del film-documentario ‘Almirante l’Arcitaliano’, curato dallo storico capoufficio stampa, Massimo Magliaro. ”Ho il cuore pieno di gioia per tutto questo amore. Io non sono vedova, sono sposata con tutti gli italiani”, dice donna Assunta. E cita uno ad uno i ‘figli’ presenti in Sala ”che non dimenticano il loro padre”: Gianni Alemanno, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri, Francesco Storace, Teodoro Buontempo.

”La situazione non è allegra – risponde a chi le ricorda l’assenza di Fini – Lui cambia il vestito quando cambia il tempo: ieri vestiva di nero, oggi di bianco, domani cambierà ancora. Dovrebbe darsi una buona calmata e mettersi tranquillo. Lui e i suoi – aggiunge – pensano solo a prendersi una poltrona piu’ grossa”. Poi dal palco: ”Voglio ringraziare in particolare il presidente Berlusconi per tutti i sacrifici che fa per gli italiani”, sottolinea. Dal ministro Sandro Bondi alla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, tutti gli ospiti sottolineano che la figura del padre dell’Msi è patrimonio comune di tutti gli italiani.

”Amava la patria”, sottolinea Bondi, che aggiunge: ”Andrebbe recuperato quel tempo perduto in cui si manteneva il rispetto per gli avversari politici. Oggi pur di denigrare l’avversario si mettono a repentaglio gli interessi dell’Italia nel mondo”. ”Se non ci fosse stato un grande padre come Almirante – dice il sindaco di Roma Alemanno dal palco – nulla di ciò che è accaduto di positivo, a partire dalla nascita di una destra di governo, sarebbe stato possibile”.

In un messaggio il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, scrive: ”Nessuno può contestare l’onestà morale e intellettuale di Almirante, nè accusarlo di incoerenza”. Si alza un leggero brusio dalla sala solo quando il ministro della Difesa, La Russa, ricorda quella volta che a Taormina Almirante disse si’ a Pinuccio Tatarella sul passaggio di testimone a Gianfranco Fini: ”Credo che anche quella scelta non sia stata sbagliata, perché era la scelta di un capo di partito che voleva lasciare il testimone al leader dei giovani”, sottolinea La Russa. Ma il presidente della Camera non appartiene più a quella destra che si ritrova per una sera a Roma attorno alla figura del leader dell’Msi. Lo mettono bene in chiaro le parole di alcuni dei politici presenti in sala. L’assenza di Fini? ”Siamo dispiaciuti”, si limita a dire Polverini. Mentre altri vanno giu’ duri.

”Almirante negli ultimi mesi di vita diceva: ‘di questo Fini non mi fido affatto”’, assicura il senatore Giuseppe Ciarrapico. ”La storia della destra è confluita nel Pdl, altri non hanno la dignità politica e morale per rappresentare la destra italiana”, sostiene Domenico Gramazio. ”Io so che sta a Montecarlo, poverino”, scherza Francesco Storace. E il capogruppo del Pdl Gasparri: ”Per ricordare Almirante io non ho bisogno di citare Berlinguer per crearmi un alibi morale”, dice con chiaro riferimento al presidente della Camera. ”Berlinguer lo lasciasse in pace: non merita neanche di essere citato da chi fino a ieri era missino e oggi è diventato altro”, dice lapidaria donna Assunta.

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