ROMA, 28 GEN – ''Il tema della prescrizione non è un tabù. Piuttosto, si deve valutare se il problema rappresenti la causa o la conseguenza della lentezza della giustizia''. Lo afferma il ministro della Giustizia Paola Severino, che in un'intervista al Messaggero parla di ''priorità'' e non di ''esclusioni preconcette''.
''Il protrarsi del processo penale e l'intasamento di esso per fatti dotati di scarsa offensività provocano un inutile dispendio di energie processuali destinate a sfociare in sentenze dichiarative della prescrizione che non soddisfano nessuno: da un lato scontentano le esigenze di difesa sociale e di effettività della pena, dall'altro non rispettano il sacrosanto diritto di un innocente a essere riconosciuto tale'', osserva Severino.
''Il governo ha deciso di partire dalle cause e non dagli effetti, prevedendo misure deflattive e interventi sistematici sulla misura della pena'', dichiara il Guardasigilli. ''Solo se questi dovessero rivelarsi insufficienti si potrebbe correttamente pensare di agire in seconda battuta sulla prescrizione''.
In tema di lotta alla corruzione, Severino sottolinea l'importanza di ''contrastare tutti i fenomeni di gestione illecita del denaro''. ''Si tratta di verificare se il catalogo dei reati contro la pubblica amministrazione sia completo e se i beni giuridici siano tutelati in maniera adeguata'', spiega.
''Cosi', ad esempio, da un lato si dovrà vedere se occorra introdurre la fattispecie della corruzione privata e, dall' altro, se la misura delle sanzioni previste per i reati come la corruzione o l'abuso d'ufficio sia da aumentare''. In merito alle intercettazioni, ''i temi in programma sono gia' numerosi e il mio timore e' che i tempi limitati e l'impegno che il doveroso confronto con il Parlamento comporta non consentano di esaurire il catalogo di tutte le riforme auspicabili'', afferma Severino. Il ministro auspica anche la ''creazione di una nuova figura di magistrato capace coniugare doti giuridiche e manageriali''.
