
ROMA – Il blocco della contrattazione che dal 2009 tiene ferme le retribuzioni dei dipendenti pubblici è “un’ingiustizia, ma in questa crisi ne stiamo vedendo tante”. A cominciare da “esodati” e “precari”. Così il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, è intervenuta su uno dei temi caldi del pubblico impiego.
La soluzione, ha spiegato il ministro, non starebbe tanto nella riapertura di un tavolo con i sindacati, ma nel rilancio dell’economia del Paese. La “ripresa” è l’unica “chiave” in grado di sbloccare la serratura della contrattazione. Madia progetta una pubblica amministrazione ”moderna”, più snella e tecnologica, meno frammentata e caotica. Questa la macchina dello Stato che dovrebbe uscire dalla riforma. Il ddl delega, presentato da Madia all’indomani dall’approvazione in Consiglio dei Ministri, completa la nuova architettura, che vede ”rafforzato” il ruolo di Palazzo Chigi come punto cardine tra i diversi ministeri, con potere di ultima parola in caso di divergenze.
Delega che sarà esaminata in Parlamento dopo l’Estate perché, spiega, “prima dobbiamo convertire in legge il decreto Pa”. Rispetto a quanto già emerso nel primo passaggio in Cdm (il mese scorso), una delle novità è di certo il potenziamento dei compiti in capo alla presidenza del Consiglio, che avrà un ruolo potenziato ”nel coordinamento delle politiche pubbliche, perché un governo non è un insieme di ministeri”.
Soprattutto, spiega Madia, in caso di posizioni inconciliabili tra due amministrazioni, ”è la presidenza del Consiglio a decidere come deve essere scritto il provvedimento”. Un singolo ufficio non si potrà più mettere d’intralcio, impedendo la soluzione di una pratica o lo svolgimento di un servizio per il cittadino. Insomma, taglia corto il ministro, ”un’amministrazione non potrà più bloccare un’altra”.
Nella delega inoltre tutta la parte dedicata alla digitalizzazione della P.a è stata rafforzata: ci sarà
“la possibilità di accedere a tutte le informazioni che ci riguardano da un pc, con un nostro Pin – pienamente funzionante dal 2015 – e di potere ricevere tutto ciò che si può al domicilio telematico o di residenza”.
D’altra parte le risorse da destinare al digitale rientrano nel dibattito europeo sulla flessibilità, ricorda il ministro. Anzi con il superamento della carta si dovrebbero ottenere anche risparmi, ma comunque, tiene a precisare il ministro, “l’impostazione non è di spending review: non siamo partiti dai risparmi”.
Quanto all’Agenzia digitale il ministro assicura che “la squadra sarà completata a breve”, con ”uomini e donne d’acciaio” a cui spetta un compito difficile ma fondamentale.
La parte sulla dirigenza sembra ormai consolidata, con la conferma del ruolo unico, gli incarichi a termine, e la licenziabilità. Dalla riforma uscirà così un nuovo manager pubblico che sarà ”dirigente della Repubblica italiana, dello Stato” e non di un ministero. Viene anche ribadita la stretta, con la riduzione del peso numerico che ha oggi la dirigenza rispetto al resto del personale.
Unico “raccordo tra governo e cittadino” sarà il prefetto: “E’ importante – ha spiegato Madia – che ci sia un unico luogo sul territorio, un ‘Ufficio territoriale del governo’ che racchiuda tutta la periferia dello Stato”.
