Riforma Senato, Renzi: “Niente scambi”. Bersani: “Scopra le carte”

Riforma Senato, Renzi: “Niente scambi”. Bersani: “Scopra le carte”

ROMA – “Niente scambi, non si torna indietro”, dice Matteo Renzi dopo aver aperto a modifiche sulla Riforma costituzionale non più tardi di qualche ora fa. “Tornare al Senato elettivo si può fare”, aveva detto lui agli studenti della Georgetown University a Washington. Anzi no, fanno sapere imprecisate fonti di Palazzo Chigi, citate dall’Ansa. E la minoranza Pd, confusa, chiede un chiarimento. “Renzi scopra le carte”, gli manda a dire Pierluigi Bersani che lo attende al varco al ritorno dagli Usa per “capire bene come intenda cambiare la riforma del Senato”.

I botta e risposta ormai sono in lingua miliziana: “Parlare di offerta ai ribelli è fuori dalla realtà”, dicono i renziani. Tirano dritto sull’Italicum, ribadendo quanto detto dal premier all’assemblea del gruppo Pd, quando Renzi ha scelto di andare avanti nonostante le dimissioni del capogruppo Roberto Speranza e la decisione della minoranza di non partecipare al voto. “La legge elettorale va approvata così come è e nessuno può bloccare le riforme”. Quanto alla riforma costituzionale, dicono le stesse fonti, “si va avanti con un confronto nel merito, ma nessuno scambio o concessione”.

Sull’Italicum precisano,

“Il Pd ha votato la propria linea sulla legge elettorale alle primarie, in direzione più volte e in assemblea di gruppo con maggioranze schiaccianti o addirittura all’unanimità”.

Poco prima Renzi in un colloquio con il quotidiano la Repubblica, aveva evidenziato un “elemento di novità: la minoranza la guida Bersani e Pierluigi ieri ha aperto la trattativa”. I bersaniani, chiamati in causa, si attivano e quando le suddette fonti frenano chiedono un confronto al diretto interessato: spieghi Renzi quali cambiamenti intende apportare alla riforma del Senato che, combinata a una legge elettorale blindata – senza preferenze e con i capilista bloccati – costituirebbe un rischio per il sistema democratico, a giudizio dello stesso Bersani.

Intanto i telefoni degli esponenti della minoranza Pd risultano quasi tutti occupati, e chi risponde preferisce evitare dichiarazioni. Ma alcuni riferiscono i ragionamenti che si fanno. L’apertura di Renzi, riferita dal quotidiano la Repubblica, “va presa con le molle”, sia sul merito sia per ciò che riguarda l’eventuale percorso del cambiamento del testo delle riforme che nei punti essenziali ha già ricevuto la doppia lettura conforme. Inoltre, osservano i bersaniani, non è chiaro quale modello di Senato elettivo abbia in mente il premier-segretario: il Senato delle garanzie o ancora un Senato delle Regioni seppur modificato? Comunque, sottolineano i bersaniani, visto che Renzi è il segretario del Pd oltre che premier, la sua apertura viene “presa sul serio” in attesa che “scopra le carte” e al suo ritorno da Washington “faccia bene capire le sue intenzioni”.

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Daniela Lauria