Il premier parla di riforme “ma vuole semplicemente un potere senza controlli ed equilibri: se questa è la sua concezione della democrazia e delle istituzioni, allora è difficile pensare a un confronto”. Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, in un’intervista oggi sull’Unità, in cui tornando sul tema delle riforme e delle ultime dichiarazioni di Berlusconi, “scuote la testa di fronte agli attacchi del presidente del Consiglio al Quirinale e alla Consulta”.
“Il che non vuol dire – aggiunge però la capogruppo del Pd al Senato – che il Pd non debba discutere e decidere la sua posizione. Altrimenti rischiamo di affogare anche noi in questo mare magnum di confusione e mistificazione che viene continuamente alimentato dal governo. Basta pensare all’intervento di Berlusconi al convegno di Confindustria. Ha negato che l’Italia sia in declino, ha presentato un’agenda pretestuosa e velleitaria tutt’altro che ancorata ai dati di fatto”.
Stessa confusione per la senatrice Finocchiaro regna in materia di riforme istituzionali, e questo non soltanto, spiega, per le lacerazioni all’interno della maggioranza. “Ma anche perché si pronuncia una parola per parlar d’altro, le vere urgenze dell’Italia vengono nascoste, tutto diventa un enorme equivoco. Prendiamo l’esempio della riforma della giustizia. Gli italiani pensano che ci potrà essere una diversa distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, una maggiore informatizzazione e più risorse, tribunali finalmente in grado di esaurire la domanda di giustizia. E invece Berlusconi e il ministro Alfano pensano alla separazione delle carriere, alla non obbligatorietà dell’azione penale, alla riforma del Csm e a chissà cos’altro”.