Soldi ai partiti: 100 mln in quarantena. Non li toccano, non li mollano

(Foto Lapresse)

ROMA – Rimborsi elettorali, i partiti decidono di mettere in stand-by 100 milioni. Ovvero la tranche prevista per luglio. La pressione dell’opinione pubblica è forte e al momento i partiti hanno deciso per una timida “quarantena”, ossia per il momento quei soldi (soldi pubblici) non verranno iniettati nelle casse dei partiti. Per decidere di cambiare il meccanismo ci vuole una legge, certo, ma al momento tutto quello che è stato deciso è, appunto, una quarantena sull’onda emotiva delle inchieste che hanno investito prima la Margherita e poi la Lega.

I partiti di maggioranza (in pratica tutti, esclusi Lega e Idv) si sono riuniti mercoledì pomeriggio per decidere il da farsi. Dopo qualche ora ne esce Bersani: l’accordo prevede anche ”il rinvio dell’erogazione dei 100 milioni previsti per luglio”. Quanto a chi controllerà i bilanci dei partiti, ovvero il cuore di una eventuale riforma, Bersani non entra nei dettagli che ”stanno valutando i tecnici ma posso assicurare che sarà il massimo possibile di garanzia di terzietà. Ci siamo ispirati – assicura Bersani – alle migliori esperienze europee, francesi e tedesche”.

Per ora, quindi, soldi in quarantena. Quarantena messa anche alla legge che dovrebbe regolare la materia. Qualsiasi cambiamento non può essere certo affidato a un vertice tra partiti, seppur di maggioranza. Per ora parlano loro, nessun decreto legge all’orizzonte anche se l’urgenza ci sarebbe tutta. Evidentemente i partiti non sono propensi a vedersi spodestati di ricche somme di denaro, per di più sottratte a un rigido controllo esterno, pubblico. Persino l’Europa ci ha bacchettato su questo tasto.  La situazione, secondo il Consiglio d’Europa, è grave ed è “urgente” porre rimedio. Il documento è stato elaborato e reso noto dalla commissione Greco (Groupe d’Etats Contre la Corruptione, il braccio anti-corruzione dell’organizzazione paneuropea) e sottolinea che “la maggiore debolezza” del sistema sta nei controlli. Il ruolo che i cittadini possono svolgere è “molto limitato” – si legge – e quello esercitato dalle autorità pubbliche è “molto frammentato, più formale che sostanziale”.

E si capisce, guardando i numeri, perché i partiti si vogliano tener stretti i rimborsi. Dal 1994 al 2012 lo Stato, tutti noi, abbiamo versato ai partiti politici l’astronomica cifra di 2 miliardi 253 milioni 612 mila 233 euro. Loro, i partiti, nello stesso lasso di tempo ne hanno spesi 579 milioni 4 mila 383. Ergo, 1 miliardo 674 milioni 607 mila euro, li hanno incassati senza un perché.

L’accordo nella maggioranza. Nuove norme.    ”I bilanci dei partiti – si legge nel comunicato congiunto dei partiti della maggioranza – saranno obbligatoriamente soggetti al controllo ed alla certificazione di società di revisione iscritte nell’albo speciale Consob”. Sempre i bilanci saranno pubblicati sui siti Internet dei partiti stessi e su di una apposita sezione del sito Internet ufficiale della Camera.

Nasce, poi, la ”Commissione per la trasparenza ed il controllo dei bilanci dei partiti politici”, presieduta dal Presidente della Corte dei Conti e composta da Presidente del Consiglio di Stato e Primo Presidente della Cassazione. Il controllo, secondo l’accordo tra i partiti della maggioranza, verra’ avviato sui rendiconti 2011

Stretta anche sull’uso consentito dei soldi: niente più operazioni in Tanzania: i partiti potranno investire la propria liquidita’ esclusivamente in titoli emessi dallo Stato italiano.

Previste anche delle multe. Qualora la nuova Commissione sulla trasparenza dei bilanci dei partiti rileverà ”irregolarita’, i Presidenti della Camera e del Senato provvederanno ad applicare, su proposta della Commissione, sanzioni amministrative pecuniarie pari a tre volte” le irregolarita’ commesse.

Le donazioni ai partiti politici superiori a 5.000 euro dovranno essere rese pubbliche. Le contribuzioni dei partiti politici a fondazioni, enti e istituzioni o societa’ eccedenti i 50 mila euro annui comporteranno l’obbligo per questi ultimi di sottoporsi ai controlli della Commissione per la trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti.

Il testo dei partiti della maggioranza per il controllo sui bilanci ”sara’ sottoposto – si legge sempre nella nota- ai capigruppo degli altri partiti presenti in Parlamento e si propone possa diventare un emendamento al dl fiscale attualmente in discussione alla Camera in modo da trasformarlo in legge nel giro di pochi giorni”. Iil ddl attuativo dell’art. 49 della Costituzione, che regolera’ anche il finanziamento pubblico, e’ in calendario in Aula alla Camera per l’ultima settimana di maggio.

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Elisa D'Alto